ALCOL E DROGA, SIP AVVERTE: UN MILIONE UNDER 18 A RISCHIO
"OGNI ANNO 30MILA TENTANO SUICIDIO, E NO STRUTTURE ADEGUATE".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 ott. - "L'adolescenza e' l'eta' difficile per antonomasia. E i numeri riferiti dagli esperti italiani riuniti a Milano per il congresso della Societa' italiana di psichiatria lo confermano: si stima che circa un milione di ragazzi e ragazze fra i 14 e i 18 anni faccia uso di alcol e droghe, rischiando di scivolare nell'abuso e nella dipendenza". E' quanto si legge in una nota della Sip.
I dati, spiega la societa', "indicano che circa il 20% dei giovani dai 15 ai 34 anni ha fatto o fa uso di ecstasy, il 23% ha provato la cannabis, il 2% la cocaina; otto ragazzi su dieci bevono alcol, che e' considerato il principale fattore di rischio di invalidita' e mortalita' prematura per i giovani, dato che secondo il World Health Report l'eccesso di alcol e' la causa di un decesso su quattro nella fascia di eta' fra i 15 e i 29 anni". Il consumo di alcol in giovane eta', sottolinea la Sip, "si associa inoltre a un maggior rischio di abuso di sostanze, droghe e disturbi depressivi nella vita adulta e secondo l'Istat proprio nella fascia di eta' fra i 14 e i 16 anni si stanno registrando i maggiori incrementi nel consumo di bevande alcoliche".
Ma, si legge ancora nel comunicato, "il dato piu' allarmante e' dato dalla drammatica cifra di 30 mila giovanissimi che ogni anno, in preda al disagio di vivere, tentano di togliersi la vita, mentre si ipotizza che siano addirittura dieci volte di piu' i ragazzi e le ragazze che almeno una volta hanno pensato al suicidio. Circa 120, purtroppo, riescono ogni anno nel loro intento. Mancano strutture in grado di seguire e curare questi adolescenti con forte malessere psichico: scuola e famiglia sono chiamate ad accorgersi dei segnali di sofferenza per intervenire prima che sia troppo tardi". "Non abbiamo dati italiani precisi sui comportamenti a rischio in adolescenza- spiega Massimo Clerici, docente di psichiatria all'universita' di Milano-Bicocca- ma e' verosimile che le stime effettuate sulla base di ricerche europee e statunitensi non si discostino molto dalla realta' del nostro Paese. Vediamo ad esempio che il consumo di alcol anche nel nostro Paese sta aumentando nella fascia d'eta' giovanile e che il primo incontro con un alcolico e' sempre piu' precoce; crescono inoltre i tentativi di suicidio e comportamenti parasuicidari ad alto rischio a cui purtroppo si da' ancora poca importanza, come la 'moda' di procurarsi volontariamente ferite e tagli. In tutti questi casi ci sono disturbi dell'autocontrollo e impulsivita' che possono essere acuiti dall'abuso di sostanze e da patologie mentali sottostanti". Alcol e sostanze, riprende la Sip, "spesso vanno a sommarsi a disagi psicologici degli adolescenti: gli esperti stimano infatti che uno su tre soffra di ansia, quasi il 15% di disturbi dell'umore che nella maggioranza dei casi compaiono intorno ai 13 anni. In alcuni casi sono proprio le sostanze stupefacenti a portare a galla il malessere psichico, in altri accade l'inverso.
Ma quando i fattori si sommano l'effetto puo' essere devastante e portare a comportamenti auto ed eteroaggressivi.
Cosi' si stima ad esempio che dal 5 al 15% degli adolescenti pensi al suicidio, mentre ogni anno tenta di togliersi la vita circa l'1% dei ragazzi; il 10% riprova nel giro di sei mesi dal primo tentativo, il 40% entro meno di due anni. I decessi per suicidio in Italia sono circa 120 ogni anno, con i ragazzi che si tolgono la vita sei volte piu' spesso rispetto alle ragazze; si tratta della terza causa di morte nella fascia d'eta' adolescenziale ed e' percio' un problema su cui e' necessario porre l'attenzione". "Per affrontare bene il disagio psichico negli adolescenti avremmo bisogno di servizi dedicati, di cui l'Italia purtroppo e' molto carente- osserva Claudio Mencacci, presidente del Congresso e direttore del dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano- L'eta' adolescenziale e' una sorta di 'terra di mezzo' per cui ne' i servizi di neuropsichiatria infantile, per lo piu' gestiti da pediatri, ne' i servizi psichiatrici per adulti, sanno dare una risposta ideale. Anche i servizi per le tossicodipendenze e quelli psichiatrici spesso sono scollegati fra loro, cosi' non di rado il paziente viene 'perso' nel balletto fra l'uno e l'altro. Servirebbe invece una razionalizzazione delle risorse e la creazione di centri dedicati all'adolescenza, anche perche' ormai e' noto che intercettare il malessere psichiatrico prima possibile e' fondamentale per riuscire a risolverlo anche una volta diventati adulti". "Purtroppo oggi la prevenzione e l'osservazione dei comportamenti a rischio e' demandata a scuola e famiglia, che troppo spesso sono senza risorse per capire e finiscono per rimpallarsi responsabilita' senza venire a capo del disagio dei ragazzi- sottolinea Eugenio Aguglia, presidente della Societa' italiana di psichiatria- Famiglia e scuola infatti scambiano spesso il comportamento inadeguato in classe o in famiglia per un problema educativo, mentre spesso i segnali di malessere sono semplicemente la manifestazione di un disagio mentale piu' profondo. Quando un giovanissimo e' 'difficile' perche' ha un rendimento scolastico altalenante, problemi di socializzazione o comportamenti a rischio, non deve essere etichettato come un ragazzo problematico. Bisogna indagare sui motivi delle difficolta' e capire se alla base c'e' una patologia psichica". "Importantissimo- conclude Aguglia- anche valutare e controllare le attivita' dei figli in rete: purtroppo sul web si trovano siti di ogni tipo molto pericolosi, che ad esempio consigliano come trovare le droghe piu' diverse o i metodi per tentare il suicidio: non e' giusto spiare i figli, ma e' assai opportuno fare in modo che la loro navigazione sul web sia piu' sicura possibile, ad esempio utilizzando 'blocchi' per i siti pericolosi".
(Wel/ Dire)
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