(DIRE - Notiziario minori) Roma, 2 ott. - E' stato presentato a Milano il consensus paper 'L'ipoacusia nei bambini: sentire per crescere', con l'obiettivo di fornire informazioni utili sulla perdita dell'udito nei piu' piccoli, i suoi sintomi, la diagnosi e le possibili soluzioni, cercando di fare chiarezza nel mare magnum delle informazioni presenti sull'argomento. Il consensus paper e' stato redatto utilizzando fonti internazionali, studi clinici e di laboratorio che riguardano l'uso di programmi di screening e di apparecchiature protesiche per i bambini che soffrono di perdita dell'udito. L'indagine, realizzata con il supporto di Amplifon, e' a cura del Prof. Edoardo Arslan, Servizio di Audiologia e Foniatria dell'Universita' di Padova - Ospedale di Treviso, della Prof. ssa Annette Limberger, Universita' di Scienze Applicate di Aalen - Germania e della Dott.ssa. Natalie Loundon, Dipartimento ENT - Équipe del Prof. E. Garabedian - Ospedale Pediatrico Armand Trousseau - Parigi.
La sordita' infantile puo' compromettere o ritardare l'acquisizione e la produzione del linguaggio verbale rendendo meno efficiente sia il periodo di apprendimento scolastico sia l'integrazione sociale dei piu' piccoli. "La maggior parte dei bambini affetti da ipoacusia congenita soffre di una perdita dell'udito sin dalla nascita, stimata in 1-2 neonati su 1.000, potenzialmente identificabile mediante lo screening uditivo neonatale e infantile", afferma il Prof. Edoardo Arslan del Servizio di Audiologia e Foniatria dell'Universita' di Padova - Ospedale di Treviso.
La perdita dell'udito puo' quindi costituire un pesante onere sociale ed economico per individui, famiglie, comunita' e Paesi. Diversi studi riportano che i costi sociali, in termini di riabilitazione ed esclusione dal sistema socio-economico, sono in realta' molto piu' alti quando la menomazione uditiva non e' diagnosticata precocemente e trattata in maniera adeguata. Almeno la meta' dei casi di sordita' e ipoacusia e' evitabile attraverso una prevenzione primaria, mentre una grande percentuale puo' essere trattata tramite prevenzione secondaria, con l'obiettivo di ridurre la disabilita' uditiva in presenza di una diagnosi precoce e di una gestione adeguata.
Sono ormai noti e dimostrati i vantaggi dei programmi che consentono l'individuazione e l'intervento terapeutico precoce delle sordita' infantili. Solo attraverso queste azioni di prevenzione e di successivo intervento terapeutico si puo' oggi identificare la sordita' fin dai primi mesi di vita e successivamente programmare le procedure audiologiche diagnostiche e la terapia medica, chirurgica e protesica, oltre che educativa, per i bambini sordi e le loro famiglie. I programmi di screening uditivo universale nei neonati sono oggi ampiamente riconosciuti e ritenuti estremamente utili, con un rapporto costi/benefici accettabile, e dovrebbero, pertanto, essere estesi a tutti i Paesi.
(Wel/ Dire)