SOSTEGNO A SQUADRE CHE CERCANO DI RAGGIUNGERE OSPEDALI E CASE.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 23 nov. - Le violenze in Medio oriente "hanno un grave impatto sui bambini e sulle famiglie che stanno lottando per far fronte a questa situazione". Lo denuncia l'Unicef in una nota in cui si legge che "a Gaza 22 bambini sono rimasti uccisi e altri 277 feriti (di questi 88 al di sotto dei 5 anni) a seguito degli attacchi aerei; in Israele, 14 bambini sono stati feriti dai razzi. Ma il numero delle vittime e' destinato ad aumentare, 6.000 persone sfollate hanno bisogno di assistenza umanitaria". I bambini di Gaza e Israele "spaventati notte e giorno dai terribili rumori della guerra, stanno mostrando sintomi preoccupanti di disagio psico-sociale. I sintomi comprendono: avere flashback, incubi, paura di uscire in pubblico, di essere soli, bagnare il letto. I bambini e gli adolescenti rappresentano la meta' della popolazione di Gaza, composta da 1,6 milioni di persone".
Continua la nota: "Cinque squadre di emergenza psico-sociale sostenute dall'Unicef stanno cercando di raggiungere, pur tra gravi rischi e ritardi a causa della sicurezza, ospedali e case. Dall'inizio della crisi, le squadre di recupero psicosociale hanno aiutato 94 bambini (63 ragazzi e 31 ragazze) il 49% nella citta' di Gaza, il 29% nel nord di Gaza, il 13% a Khan Yunis e il 9% a Rafah. Visto che la possibilita' di muoversi e' molto limitata, l'Unicef sta sostenendo i partner per lanciare una linea telefonica in modo che le famiglie possano essere assistite via telefono.
"Per i bambini piccoli, un evento cosi' importante e' traumatico perche' mina il loro senso di sicurezza. Non capiscono quello che sta succedendo e si sentono impotenti. A volte possono persino pensare che sono responsabili per il disagio nella loro famiglia", afferma Bruce Grant, responsabile Unicef per la Protezione nel Teritorio Palestinese Occupato. "Il recupero psico-sociale significa parlare con un bambino, dicendogli che questi eventi possono accadere e che e' normale avere paura.
Cerchiamo di ricostruire la loro capacita' di recupero, ma il ripristino del senso di sicurezza di un bambino e' un processo di lungo termine", afferma Grant. Nei prossimi giorni l'Unicef consegnera' farmaci (anche di emergenza pediatrica) e forniture mediche, oltre a sangue (di fattore VIII e IX) e latte terapeutico. "L'Unicef ha il compito di lavorare contro le morti prevenibili e la sofferenza di bambini e donne- indipendentemente dal contesto politico in cui vivono. Abbiamo un lavoro urgente da fare e siamo pienamente impegnati a farlo", ha detto Jean Gough, Rappresentante speciale Unicef nel Territorio Palestinese Occupato".
(Wel/ Dire)