IL SOTTOSEGRETARIO GUERRA: "STRUMENTO ESTREMO E DOLOROSO MA MOLTO SPESSO NECESSARIO"
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 23 nov. - "L'Italia e' uno dei paesi in cui si ricorre meno all'allontanamento dei minori dalle famiglie, rispetto a paesi come la Francia, la Germania e il Regno Unito. E' uno strumento estremo e doloroso ma molto spesso necessario. Per questo abbiamo pensato alle linee guida, che nascono da un accordo, che ha una portata storica, tra il ministero e il coordinamento nazionale dei servizi per l'affido". Lo ha sottolineato a Roma il sottosegretario alle politiche sociali del ministero del Welfare, Maria Cecilia Guerra, presentando i risultati del progetto nazionale "Un percorso nell'affido", che si e' articolato in due fasi principali: la rilevazione e la mappatura del fenomeno e la realizzazione di eventi si formazione e scambio di esperienze. Per disciplinare in maniera omogenea a livello nazionale l'affidamento familiare, sono state realizzate linee guida, destinate principalmente ai decisori e agli amministratori. "Siamo riusciti a fare sistema a partire dalle buone pratiche - aggiunge Guerra - . L'idea di base e' che ogni bambino e' una persona a se', cioe' che bisogna prendere in considerazione il supremo interesse del minore, e nel farlo c'e' bisogno che ci sia un progetto individualizzato per ciascuno". Secondo Paola Milani fondamentale e' che ci sia equita' nei servizi offerti: "dobbiamo superare l'idea che un bambino possa avere servizi diversi a seconda di dove nasce - afferma - ci deve essere equita' nell'accesso e pensare l'affido come uno strumento duttile, che puo' essere usato in molti modi. Non deve essere concepito come parcheggio o ultima spiaggia". Se nel 37% dei casi, per esempio, i minori vengono allontanati perche' c'e' una carenza genitoriale, allora e' necessario un percorso per permettere ai genitori di riappropriarsi della loro competenza educativa. "Non si allontana se non c'e' un progetto - aggiunge - a ogni bambino deve essere garantito un cambiamento attraverso un intervento mirato". Valerio Belotti, dell'universita' di Padova, esponendo i principali risultati della ricerca (vedi lanci precedenti), ha ricordato che nel 1998 gli allontanamenti erano circa 24 mila, nel 2010 sono stati piu' di 29 mila. ''In questi dodici anni sono stati chiusi i grandi istituti, ma non ci aspettavamo che il numero degli allontanamenti crescesse. Tutto l'incremento e' dovuto al ricorso all'affido familiare, che e' cresciuto del 24% - afferma - i collocamenti in comunita' sono rimasti piu' o meno gli stessi, ma questo e' dovuto soprattutto alla presenza dei minori stranieri". Anche la presenza straniera e' cresciuta considerevolmente nei dieci anni, passando da poco meno del 10% al 22%. Tra questi la quota dei minori non accompagnati rappresenta il 22% del totale degli stranieri, ovvero il 4% dei fuori famiglia. Tra i dati piu' rilevanti dell'indagine ricorda che l'82% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni allontanati si trovano in comunita' e solo il 18% in affido, al contrario il 73% dei bambini da zero a due anni vieni affidato a una famiglia. In questo caso, pero' c'e' anche un 28% di minori sotto i due anni che si trovano in comunita' dove, aggiunge, "non dovrebbero stare perche' la legge ci dice per i bambini sotto i sei anni si deve ricorrere prevalentemente all'affido" (Wel/ Dire)