SCUOLA, LE PROVINCE MINACCIANO: STOP A RISCALDAMENTI CONTRO TAGLI
LA PROTESTA CONTRO LA SPENDING REVIEW, POI PARZIALE RETROMARCIA.
(DIRE -notiziario minori) Roma, 9 nov. - Le Province italiane decideranno a breve scadenza la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e conseguentemente l'aumento delle vacanze per gli studenti in segno di protesta contro i tagli previsti dalla spending review. Lo ha detto ieri il nuovo presidente Upi, Antonio Saitta, spiegando appunto che l'iniziativa "prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review". Sono 500 i milioni di tagli ai bilanci per il 2012 e 1,2 miliardi per il 2013, ha ricordato Saitta. Tagli, ha detto, che "ci impediscono di assicurare il mantenimento dei servizi essenziali ai cittadini. Se il governo non vuole ascoltarci- ha annunciato il neo presidente Upi- faremo comprendere ai cittadini come questi tagli li priveranno dei loro diritti, e cominceremo chiudendo le scuole prima del tempo quest'inverno, perche' non abbiamo i soldi per pagare il riscaldamento delle aule".
Le Province gestiscono 5.179 edifici scolastici di scuola secondaria, composti di 117.348 classi, che accolgono quasi 2 milioni e 600 mila alunni. "Abbiamo spiegato al governo che con questi tagli non si interviene su sprechi, ma si cancella tutto. Con l'inverno alle porte non potremo piu' togliere la neve dalle strade, non abbiamo soldi per fare la manutenzione delle scuole, ne' quella straordinaria per mettere in sicurezza gli edifici, ne' quella ordinaria: non sappiamo come pagare le bollette di luce, gas, acqua, telefono. Per questo, se il Governo non ci ascoltera', a Natale saremo costretti a chiudere le scuole prima del tempo". Il presidente Saitta ha poi annunciato di avere ricevuto dal ministro dell'Economia Grilli la disponibilita' ad un incontro per questo pomeriggio alle 16.00 "Porteremo le nostre ragioni al ministro e al termine dell'incontro prenderemo le decisioni necessarie". Oggi la parziale retromarcia e il nuovo allarme: "Fino ad oggi le Province italiane hanno sempre sopperito con risorse proprie alla totale mancanza di stanziamento di fondi destinati all'edilizia scolastica da parte dei governi che si sono succeduti nel tempo. Ora il taglio lineare applicato dal ministro dell'economia Grilli ai nostri bilanci ci impedira' addirittura di pagare le bollette. Siamo pronti a ridurre ogni altra spesa, pur di assicurare ai ragazzi scuole calde e sicure, ma non posso permettere che si continui a tenere sottovoce una questione cosi' drammatica, che lo stesso ministero della Pubblica istruzione ha dovuto mettere nero su bianco nel suo 'focus sulla scuola' pubblicato all'inizio dell'anno scolastico. Il governo ci toglie 500 milioni di euro e ci impedisce di investire per scuole piu' sicure, moderne ed efficienti. Chiedo a studenti, famiglie, insegnanti e presidi di sostenere con noi questa battaglia per riportare la sicurezza della scuola pubblica al centro delle priorita' del nostro Paese. Come e' possibile- aggiunge Saitta- che il governo, dopo aver pubblicato un dossier nel quale ammette che il 40% delle scuole italiane dovrebbero essere abbattute e ricostruite perche' vecchie di 200 anni, insicure e non adatte ad accogliere i nostri ragazzi, poi non investa un solo euro per intervenire su questa emergenza e tolga mezzo miliardo di euro alle Province, che hanno il compito di presiedere proprio all'edilizia scolastica?". (Ami/ Dire)
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