(DIRE - Notiziario minori) Roma, 2 nov. - "Una notizia scioccante". Cosi' la deputata Udc Paola Binetti commenta il suicidio a Roma di un bambino di 10 anni che si e' tolto la vita nei giorni scorsi impiccandosi con una sciarpa nel bagno. "Una notizia scioccante che ci obbliga a chiederci cosa stia succedendo ai nostri giovani e prima ancora ai nostri bambini- dice Binetti- Troppo spesso siamo presi da mille problemi che non ci permettono di accorgerci della sofferenza che va prendendo forma intorno a noi, spesso dentro la nostra stessa casa, nel nostro contesto sociale e professionale. Siamo adulti fragili, perche' immersi in una precarieta' che sta assumendo un effetto globalizzante ed invasivo, perche' tocca il mondo piu' intimo degli affetti, quello dei legami familiari e quello legato all'interfaccia esterna come il lavoro, che sembra offrire sempre meno certezze.
Eppure rimaniamo storditi, sorpresi dolorosamente dal suicidio di un bambino di cui non sappiamo nulla, salvo il fatto che era appena tornato da scuola, e che si trovava a casa dei nonni, in un clima protettivo che avrebbe dovuto tutelarlo dalla possibile sofferenza legata alla separazione dei genitori". Oggi "non conosciamo i nostri bambini ne' i nostri giovani, ci sembrano sempre troppo piccoli perche' la sofferenza si impadronisca di loro fino a spingerli a compiere gesti estremi".
E' "probabile", continua Binetti, che quello di Roma fosse "un bambino potenzialmente depresso, incline ad essere preda di quelle passioni tristi che non rendono facile godere della vita, in presenza delle inevitabili difficolta'. Recentemente- continua- ho presentato alla camera due diverse mozioni, in attesa di essere discusse. Una e' la mozione sulla tutela della salute mentale dell'infanzia e l'altra e' una mozione per la prevenzione del suicidio. Tutti dovrebbero imparare a riconoscere i segnali d'allarme per il suicidio. Colui che minaccia di farsi male o di uccidersi, chi manifesta il desiderio di farlo, chi parla insistentemente di morte, in modo insolito per lui, dovrebbe far pensare ad un alto rischio di suicidio. A questi casi oggi dobbiamo aggiungere anche il bambino sofferente, che appare scarsamente integrato nella sua comunita'. Occorre creare una cultura che permetta la lotta contro il suicidio.
Incoraggiando ad accettare l'aiuto necessario. Appare evidente quindi come il problema del suicidio di un bambino di 10 anni rappresenti per l'intero sistema politico e sociale un'opportunita' di riflessione seria sulle misure di prevenzione attivate proprio nei confronti della tutela della salute mentale dell'infanzia".
(Wel/ Dire)