(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 mar. - Il 52,1% dei ragazzi
in uscita dalle scuole medie quest'anno ha scelto un indirizzo
tecnico o professionale per le superiori. Facendo registrare un
+0,4% di iscritti ai tecnici e un +1,6% ai professionali. Sono i
dati forniti dal ministero dell'Istruzione al convegno sul futuro
di questi indirizzi organizzato a Venezia dalla Gilda degli
insegnanti la scorsa settimana.
A due anni dall'avvio della riforma Gelmini della scuola
superiore il sindacato ha deciso di fare il punto su come le
nuove regole sono state applicate fino ad oggi e su quali sono le
problematiche emerse. A partire dalla riduzione effettiva dei
laboratori, a fronte di annunci che andavano in direzione
opposta, e al ridimensionamento delle ore di lingua, un altro dei
punti forti promesso dalla Gelmini. "Il ministero ha detto ai
docenti armatevi e partite e questi sono gli effetti- ha
commentato il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio-
C'e' ancora molta confusione. Ci dicono fate i laboratori e
tagliano le ore, insegnate le lingue e non ci danno i docenti.
Dobbiamo far sentire la nostra voce". L'occasione sara' anche il
monitoraggio affidato all'Ansas, Agenzia per lo sviluppo dell'
autonomia scolastica, proprio sull'applicazione dei nuovi
programmi della riforma.
Intanto, nonostante le criticita', fanno ben sperare i primi
dati delle nuove iscrizioni portati dal Miur al Convegno. "Oggi
abbiamo 893mila giovani nei tecnici- ha spiegato Raimondo Murano,
direttore generale del Miur con delega all'Istruzione e alla
Formazione tecnica superiore- Altri 543 mila studiano nei
professionali. E i nuovi Istituti tecnici superiori (i tecnici
post diploma, ndr) hanno 2 mila iscritti. 90 mila sono i ragazzi
in alternanza scuola-lavoro. L'istruzione tecnica e' il volano
dell'occupazione". Ma fra i docenti serpeggia il malumore per "le
ore di matematica ridotte, i tagli sulle lingue straniere", ha
chiarito Marina Perini, preside dell'istituto Algarotti di
Venezia, che ha ospitato il convegno. Al ministero la palla.
Obiettivo, non demoralizzare i prof per evitare che il rilancio
dei tecnici e professionali si confermi e che l'inversione nelle
iscrizioni non sia solo una piccola scintilla destinata a
spegnersi presto.
(Ami/ Dire)