SPINEA, BABY BULLE PESTANO A SANGUE 12ENNE IMMIGRATO
OPERATO AD UN OCCHIO, LA MAMMA: RABBIA PER INDIFFERENZA GENTE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 mar. - Calci e pugni. E poi
il volto che diventa una maschera di sangue: il tutto sotto lo
sguardo di molte persone che non sono intervenute. Vittima un
bambino di appena 12 anni, figlio di una profuga politica in
Italia da 4 anni. Il fatto, come racconta il Gazzettino, risale a
domenica 11 marzo ed ha come teatro la piazza del Comune di
Spinea, in provincia di Venezia.
Il 12enne con la sua bici e' andato nella piazza per vedere le
giostre. Delle ragazzine, di poco piu' grandi di lui, gli hanno
tolto il cappellino. Pensava scherzassero. Poi gli hanno chiesto
due euro per restituirglielo e il 12enne ha detto di non avere
denaro. Cosi' hanno iniziato a colpirlo. "Mio figlio mi ha detto
che prima gli hanno tirato un pugno in faccia- spiega la mamma-
erano tre ragazzine e un ragazzo". Caduto a terra, "il ragazzo lo
ha tenuto fermo, mentre le ragazze lo colpivano con calci e
pugni. Appena sono fuggite mi ha telefonato e io sono corsa li' e
ho chiamato i carabinieri".
La mamma ha portato il figlio all'ospedale di Mirano: gli
hanno riscontrato la frattura del setto nasale e mercoledi' e'
stato operato, oltre a numerosi lividi sul viso, specie ad un
occhio. Non volevano derubarlo, il 12enne aveva cellulare e bici,
e' stato un atto di prevaricazione, di bullismo. "Mi viene un po'
di rabbia- continua la mamma- in piazza a Spinea c'era tanta
gente e nessuno e' intervenuto per difendere questo bambino a
terra con il viso sanguinante". A rendere pubblico il grave fatto
Susanna Coen Cagli del Centro di ascolto del Comune di Spinea.
Attraverso il Centro da tempo segue la mamma del bambino, giunta
in Italia quattro anni fa come profuga politica, e ora anche il
piccolo che solo cinque mesi fa ha raggiunto la mamma. "È un
grave episodio di bullismo- dice Coen Cagli- un fatto veramente
doloroso contro un ragazzino spaventatissimo che ne ha gia'
passate tante e questa proprio non ci voleva. Sento il dovere di
parlarne per sollecitare una riflessione, una solidarieta' e una
comprensione umana. In molti hanno assistito alla violenza eppure
nessuno e' intervenuto in aiuto della vittima".
(Gas/ Dire)
|