(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 mar. - "La notizia relativa
alle morti senza senso dei 26 bambini siriani ci lascia sgomenti
e indignati. È arrivato il momento di fermare questo eccidio:
molti bambini hanno perso la vita e tanti altri vivono
quotidianamente sotto la minaccia della violenza, chiusi in casa,
tremendamente impauriti da quello che stanno vivendo, e bisognosi
di aiuti immediati". Lo ha dichiarato Valerio Neri, direttore
generale di Save the Children Italia. Molte famiglie che hanno
lasciato il paese per rifugiarsi in Libano hanno riferito ai
membri dello staff di Save the Children, che sta portando loro
assistenza al confine, che ormai la popolazione e' allo stremo,
senza cibo, acqua e medicine. I bambini, inoltre, sono i piu'
colpititi a livello psicologico dalle violenze a cui stanno
assistendo a cui si sommano le difficolta' nell'affrontare la
vita quotidiana.
"Il nostro staff al confine, ci riporta quotidianamente il
terrore che questi bambini scampati dicono di aver provato,
esposti ai bombardamenti e alle sparatorie, molti dei quali sono
stati separati dai propri cari o hanno perso i genitori nei
combattimenti. Inoltre i bambini hanno dovuto compiere un viaggio
pericoloso e ne erano molto impauriti e sono preoccupati per
tutti i parenti che ancora sono nel Paese", continua Valerio
Neri. La settimana scorsa Save the Children ha lanciato una
campagna di sensibilizzazione e mobilitazione volta a fermare le
violenze e per assicurare che i bambini in Siria abbiano accesso
agli aiuti umanitari. "Abbiamo bisogno che tutti si uniscano a
noi per chiedere la fine immediata delle violenze, in modo da
poter portare aiuto immediato ai bambini in Siria", conclude
Neri. Save the Children chiede a tutti di unirsi al proprio
appello per fermare le violenze in Siria e consentire l'accesso
alle organizzazioni umanitarie. Si puo' condividere l'appello
sul proprio profilo facebook o partecipando alla discussione su
Tweeter (#stopkilling). Save the Children sta lavorando nelle
zone di confine della Siria con il Libano e la Giordania,
allestendo aree sicure dove i bambini possano giocare, lavorando
con gli insegnanti e le scuole che li accolgono in modo da
aiutarli a superare i traumi subiti.
(Wel/ Dire)