SCREENING SU 1.000 BAMBINI E FORMAZIONE AGLI INSEGNANTI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 mar. - Uno studio
longitudinale sulla popolazione dellascuola dell'infanzia in
Lombardia e Friuli Venezia Giulia (nelle province e nei comuni di
Lecco e Udine) per individuare, attraverso strumenti di screening
scientificamente gia' validati e adattati al contesto linguistico
italiano, i bambini a rischio di disturbi dell'inguaggio e future
forme di dislessia. E' questo l'obiettivo del progetto
'Communication disorders: reducing health inequalities',
approvato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo
delle malattie del ministero della Salute e promosso dall'Irccs
Medea - La Nostra Famiglia.
Lo scopo e' prevenire. I bambini, infatti, normalmente
imparano a parlare senza difficolta' semplicemente relazionandosi
con gli adulti. Per alcuni di loro,pero', questo processo di
sviluppo non e' cosi' facile: nel 10-20% dei bambini di2 anni si
verifica un ritardo nel linguaggio in assenza di condizioni
patologiche cliniche. Questa condizione (Late Talker) rappresenta
un importante fattore di rischio per lo sviluppo di un successivo
disturbo specifico di linguaggio, che e' presente nel 5%-8% della
popolazione scolastica e che, spesso sottovalutato, si accompagna
al successivo sviluppo di difficolta' di apprendimento scolastico
(dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia). Secondo gli
esperti per evitare che cio' accada bisogna intervenire
precocemente (entro i 3 anni di vita). Per il progetto verra'
reclutato un campione di 1000 bambini di 36 mesi che frequentano
la scuola dell'infanzia, al quale verra' sottoposto il test di
screening Language development survey (sviluppato dalla
professoressa Leslie Rescorla del Bryn Mawr College in
Pennsylvania), unachek-list somministrata direttamente ai
genitori e recentemente presentata in congressi internazionali
come il piu' aggiornato strumento per l'individuazione precoce
dei bambini a rischio di disturbo specifico del linguaggio.
Lachek-list e' stata opportunamente adattata e tarata per la
popolazione italiana dai ricercatori dell'Irccs Medea in
collaborazione con l'universita' La Sapienza di Roma e
direttamente in accordo con Rescorla, che ha seguito l'evoluzione
dei lavori su un'ampia fascia di bambini italiani (a tal
proposito sono state riscontrate alcune differenze rispetto ai
dati gia' raccolti in altri paesi di lingua inglese).
Una parte dei soggetti positivi allo screening seguira' un
potenziamento linguistico specifico durante la normale attivita'
educativo-didattica che verra' svolta nella scuola dell'infanzia
(gli insegnanti verranno formati ad hoc). Tutti i bambini
verranno rivalutati al termine del progetto cosi' da evidenziare
la predittivita' del test su un campione italiano e l'efficacia
degli interventi di potenziamento: i soggetti ancora positivi
verranno inviati ai servizi di riabilitazione infantile per la
presa in carico riabilitativa. "Per la prima volta in Italia il
test di Rescorla verra' applicato in un programma di prevenzione-
afferma Massimo Molteni,responsabile del progetto e primario
dell'Unita' operativa di psicopatologia all'Irccs Medea-
Coinvolgeremo scuola e famiglia, per sperimentare una modalita'
di risposta assistenziale innovativa e in grado di ridurre i
costi del sistema, conseguenza di una diagnosi tardiva". L'Irccs
Medea ha gia' utilizzato con successo una serie di test come
predittori precoci per la dislessia e ha standardizzato, in
collaborazione con altri gruppi di ricerca- specificamente con
l'universita' di Udine e di Padova-, strumenti per la diagnosi e
lo screening tempestivo dei disturbi del linguaggio, utilizzabili
nei primi anni della scuola dell'infanzia e in grado di
identificare precocemente i bambini arischio.
(Wel/ Dire)