MA L'IDEATRICE DELLA LEGGE RISPONDE: PIACERÀ ANCHE A LORO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 mar. - "Con questa sciocchezza
dell'inno di Mameli imposto a forza nelle scuole il governo ha
ottenuto il brillante risultato di resuscitare il sentimento
anti-unitario da Nord a Sud. Dalla Sardegna al Veneto, dalla
Sicilia alla Valle d'Aosta, dalla Lombardia al Sud Tirolo nessuno
ha voglia di questa retorica antistorica e nostalgica". Lo
sostiene Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e presidente
federale del Movimento giovani padani secondo cui "i popoli, di
colpo, si sono ricordati di come lo Stato centralista italiano
abbia trattato le storie e le culture locali e ora piu' di prima
chiedono rispetto". No all'obbligo di studiare l'inno di Mameli a
scuola, dunque. Ma risponde l'ideatrice della legge che e' in
discussione alla Camera da un anno. "Se i giovani leghisti
studiassero bene l'Inno di Mameli, apprezzerebbero molti
riferimenti storici ivi contenuti, a partire dalla battaglia di
Legnano a loro tanto cara, esaltata all'inizio della quarta
strofa, fino alle gesta del giovanissimo genovese Perasso, detto
Balilla, che da' inizio alla rivolta per scacciare gli austriaci
occupanti da Genova".
Cosi' l'on Paola Frassinetti (Pdl), vice presidente della
Commissione Cultura e Istruzione della Camera - e prima
firmataria della proposta di legge per l'obbligatorieta'
dell'insegnamento dell'Inno di Mameli a scuola - risponde alle
critiche dei Giovani Padani. "Se si aggiunge che l'Inno e' stato
scritto da Mameli, un altro giovane genovese che ha dato la vita
per la liberta' della propria patria, non si comprendono tutte
queste critiche. Credo- conclude la parlamentare- che sia
importante che proprio a scuola si imparino le parole e il
significato del nostro Inno, ascoltato e cantato nella nostra
storia da italiani di tutte le regioni".
(Ami/ Dire)