RELATORI PROVENIENTI DAL MONDO DELLE ISTITUZIONI E DI ESPERTI DELL'ETÀ EVOLUTIVA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 mar. - Si e' svolto a Roma
presso la sala Protomoteca del Campidoglio un incontro promosso
da Inner Wheel in collaborazione con AMMI sui temi dello sviluppo
dei giovani in eta' adolescienziale dal titolo 'La sfida
educativa oggi'. L'incontro, che ha visto la partecipazione di
relatori provenienti dal mondo delle istituzioni e di esperti
dell'eta' evolutiva in campo sociale e psicologico, ha messo in
evidenza le tacite richieste a fronte delle quali i giovani
esigono risposte dal mondo degli adulti. Ma anche le possibili
soluzioni per permettere all'adolescente di giungere al traguardo
dell'eta' matura con ottimismo e un bagaglio consolidato di
valori etici comuni e riconosciuti dal tessuto sociale.
"L'attuale sistema delle regole poste dal legislatore a tutela
dei minori va riformato- ha spiegato Niccolo' Di Raimondo, vice
Presidente e Assessore alle Politiche sociali del II Municipio in
Roma- L'impianto legislativo esistente risulta non al passo con i
tempi. In effetti la piaga del bullismo, le sindromi depressive
ed i disturbi alimentari che sono oggi al centro dell'attivita'
di prevenzione del Comune di Roma, nascono come diretta
conseguenza di una presenza incondizionata di internet nella vita
degli adolescenti, sempre piu' isolati dal mondo di chi ricopre
il ruolo genitoriale". Per Angela Radesi Metro, Presidente del
Tar Toscana sezione II, in assenza di messaggi certi e di
concretezza, il futuro rappresenta una minaccia e di fronte a
questa paura i giovani reagiscono con violenza, si rende
necessario dunque correre ai ripari per porre efficace rimedio
alla crisi dei valori fondamentali della comunita', perche' i
giovani sono la risorsa del domani".
I giovani in realta' sono come noi, sono come la societa'
degli adulti nella quale vivono e sono come noi li abbiamo fatti,
sottolinea Angela Brancati, giornalista e scrittrice che
interviene sull'influenza dei mass media e della pubblicita'. "Mi
trovo in pieno disaccordo con le ultime dichiarazioni
dell'attuale governo- continua Brancati- perche' in questa nostra
societa' connotata da carenze ed assenze da parte di chi ha piena
responsabilita' nella vita dei ragazzi, loro sono come possono
essere, come noi stessi gli permettiamo di diventare. Assistiamo
ormai da tempo ad un indebolimento delle agenzie educative:
scuola, sistema politico, religione insieme al ruolo genitoriale
molte volte disatteso e svuotato di significato. II nostri figli,
va ricordato per ogni epoca, sono piu' figli del tempo in cui
vivono che nostri". E conclude Angela Brancati che "e' importante
stimolare la capacita' di 'scegliere' in un bambino, perche' se
guarda in media due ore di programmi televisivi al giorno, anche
in fascia protetta, assiste a circa 31.500 spot in un anno, e gli
spot piacciono perche' sono come le favole e come queste si
ripetono e creano dipendenza: poco male per la favola, ma lo spot
pubblicitario innesca una pericolosa ricerca di prodotti
consumistici da cui anche gli adulti non sono avulsi".
Il pericolo maggiore e' il disagio che sfocia nell'incapacita'
a vivere una vita serena. "I giovani vogliono regole perche' le
regole danno certezze- cosi' Serenella Pesarin, Direttore
Generale Dipartimento Giustizia Minorile-. Fondamentale per la
dirigente il lavoro svolto dal dipartimento Giustizia Minorile
del Ministero della Giustizia, perche' attraverso le azioni di
formazione e reinserimento ha consentito di migliorare di molto
il futuro di coloro che in un'eta' che costituzionalmente nel
nostro paese e' scevra da responsabilita' diretta, hanno commesso
un qualsivoglia crimine e sono quindi inseriti in un percorso
rieducativo. Sono circa 30mila i ragazzi che gravitano nel
circuito della giustizia minorile e di essi solo 500 in strutture
penali vere e proprie- riferisce Pesarin- gli altri sono sparsi
sul territorio nel tentativo di reinserirli a pieno titolo nel
tessuto sociale, e molti di loro sono salvi. In Italia, rispetto
a paesi come la Francia dove nel penale si possono contare
169mila giovani compresi tra i 14 ed i 18 anni, la differenza di
approccio nell'affrontare il problema sta nell'ascolto e
nell'elaborazione caso per caso di percorsi formativi, questo
spiega i numeri relativamente esigui rispetto agli altri paesi
europei. Paesi come Olanda e Germania vogliono riportare la
punibilita' dell'eta' minorile a 21 anni. Si rende necessario
riportare al centro del dibattito sociale l'importanza delle
pratiche educative, il valore dell'uomo e le sue risorse
sviscerando valori e debolezze. Soprattutto bisogna individuare
un comune filo conduttore che guidi anche le progettualita'
future: le risorse economiche dedicate al delicato tema dei
minori vanno utilizzate seguendo un tema comune e non una serie
di azioni frammentate e fini a se' stesse".
(Ami/ Dire)