(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 mar. - Al via, oggi, il III
Congresso dell'Unione nazionale pediatri, Unp. Si parlera' del
futuro di questa figura e i medici lanceranno il loro appello per
una maggiore prevenzione rispetto alle malattie cardiovascolari
che sono la prima causa di morte nel mondo e contro cui si puo'
cominciare a combattere fin dall'infanzia. "Ma servono le risorse
per la prevenzione", spiega Antonio De Novellis, presidente
dell'Unp che sabato, in una tavola rotonda, lancera' la richiesta
di aiuto alle istituzioni. Qualcuno ha gia' risposto, l'assessore
regionale alle Politiche Sociali, Aldo Forte, che partecipa al
Congresso Unp. I pediatri, comunque, sono gia' pronti a fare la
loro parte nella lotta: domani sara' presentato il progetto
Child, acronimo di Children Inherrited Lipoprotein Disorders, che
punta proprio alla prevenzione del rischio cardiovascolare in
bambini con familiarita' per dislipidemia. Avviato con successo
in Piemonte nel 2005, il progetto sara' esteso ad altre aree
geografiche italiane in collaborazione con i pediatri che
aderiranno all'iniziativa. Grazie a diagnosi mirate e precoci, e
all'ottimizzazione dello stile di vita si possono ridurre
conseguenze dannose per la salute futura dei bambini.
"Con questo progetto i pediatri dimostrano consapevolezza
verso il problema, sensibilizzati da dati che indicano elevati
livelli medi di colesterolo nella popolazione Italiana- afferma
la professoressa Ornella Guardamagna, responsabile di Child- con
il 30% circa della popolazione adulta che presenta valori
eccessivi di colesterolo". Anche i bambini non scherzano quanto a
tracce anomale di colesterolo nel sangue. "Secondo un'indagine
che stiamo ultimando insieme al professor Francesco Martino della
Sapienza e che citeremo al Congresso- spiega De Novellis- su 400
bimbi della scuola primaria di Fondi il 40% ha gia' tracce
anomale di colesterolo nel sangue. È un dato grave. Lo diciamo
subito, c'e' bisogno del sostegno economico delle istituzioni. Ma
la prevenzione costa meno della cura. Cosi' come l'educazione.
Bisognerebbe fare di piu' per informare i minori e i loro
genitori sui rischi per la salute e su cosa fare in certe
situazioni. Per esempio se un bimbo ha la febbre la mamma deve
sapere come reagire. L'educazione serve anche a questo.
Altrimenti ci si riversa sul sistema sanitario anche per le cose
piu' semplici".
(Ami/ Dire)