SICILIA, PRIMATO DI NEET: IL 35,7% NON STUDIA E NON LAVORA
DATO RELATIVO A CHI HA TRA I 15 E I 29 ANNI, PENALIZZATE LE DONNE.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 29 mag. - Va alla Sicilia il primato dei giovani Neet, cioe' che non studiano e non lavorano (not in education, employment or training): il 35,7% tra i 15 e i 29 anni. Sono penalizzate soprattutto le donne. La media italiana e' pari al 22,1%. Inoltre, il 26% dei giovani siciliani tra i 18 e i 24 non ha conseguito il diploma e puo' considerarsi fuori da qualunque circuito educativo, in quanto non frequenta ne' un percorso scolastico, ne' un percorso di formazione professionale. Si tratta del dato piu' alto registrato a livello nazionale, dove la media dei giovani drop out e' pari al 18,8%. L'abbandono scolastico in Sicilia costituisce un'emergenza non solo educativa, ma anche sociale. Gli interventi realizzati nella regione sono riusciti a contenere il fenomeno, ma non a ridurlo in modo drastico.
Il bilancio del sistema d'istruzione siciliano e' stato tracciato dal Censis nell'ambito di Di.Sco.Bull, il progetto promosso dal ministero dell'Interno, in accordo con il ministero dell'Istruzione, con i fondi europei del Pon Sicurezza per lo Sviluppo nelle quattro regioni dell'Obiettivo convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). Dei primi risultati conseguiti dai centri Di.Sco.Bull durante questi mesi di attivita' e delle prospettive future si parlera' oggi pomeriggio a Palermo presso l'Itcg e Turismo Duca Abruzzi nell'ambito del seminario su "Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi tra i giovani?" a cui prenderanno parte, tra gli altri, il prefetto di Palermo Umberto Postiglione, il presidente della provincia di Palermo Giovanni Avanti, il vice prefetto Claudia Orlando della Direzione per i Diritti Civili, la Cittadinanza e le Minoranze del Ministero dell'Interno, il direttore generale del Censis Giuseppe Roma, il direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia Maria Luisa Altomonte, il dirigente generale del Dipartimento dell'Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Sicilia Ludovico Albert.
Dal 2004 al 2009 il tasso di dropping out e' sceso di 4 punti percentuali, grazie alle numerose attivita' di prevenzione e contrasto attuate dalle istituzioni scolastiche. Tuttavia, oggi ancora un giovane siciliano su quattro si ferma a livelli di scolarita' medio-bassi, non trovando nel contesto socio-economico e culturale in cui vive gli stimoli necessari per proseguire gli studi. Gli indici di dispersione scolastica registrati negli ultimi anni hanno avuto un andamento discontinuo, con deboli segnali positivi nei percorsi tecnico-professionali e un peggioramento nei licei. Le sacche di dispersione sono pero' ancora molto rilevanti, superiori ai valori medi nazionali, soprattutto negli istituti artistici e professionali, dove abbandona gli studi al primo anno il 22,7% degli iscritti e al biennio il 35,6% (una percentuale quasi tre volte superiore a quella dei licei).
Il dato siciliano e' preoccupante, perche' si inserisce in un contesto economico e occupazionale tra i piu' deboli del Paese. La Sicilia condivide con la Campania il triste primato della presenza di giovani Neet: in Campania si arriva al 35,2% E il dato supera il 36% se si considera la sola componente femminile. Tra le regioni meridionali, la Sicilia si distingue anche per la piu' elevata presenza di ragazzi in possesso di livelli di competenza solo minimi nella lettura, in matematica e in scienze, pari rispettivamente al 31,4%, 36,3% e 32,7%. In Italia le percentuali di chi ha difficolta' in queste discipline sono piu' basse, pari nell'ordine al 21%, 25% e 20,6%. Inoltre, la quota di diplomati siciliani con il punteggio minimo (60/100) e' pari al 12,3%, piu' alta della percentuale media nazionale (10,6%).
Oltre al problema dell'abbandono scolastico e delle basse competenze, c'e' anche il bullismo. Secondo gli operatori scolastici si tratta di un fenomeno che coinvolge trasversalmente i ragazzi provenienti da classi sociali diverse e che in determinati contesti diventa terreno fertile per la subcultura di stampo mafioso. Una recente ricerca sugli studenti delle scuole superiori della provincia di Palermo evidenzia che quasi il 25% dei ragazzi e' stato coinvolto in uno scontro fisico e che nel 35,4% dei casi lo scontro e' avvenuto a scuola, mentre un altro 15,5% degli studenti ha subito danneggiamenti e furti di oggetti dentro la scuola.
All'interno di questo scenario si collocano le attivita' del progetto Di.Sco.Bull., grazie al quale nel corso dell'anno scolastico 2011-2012 sono stati allestiti, presso l'Istituto tecnico commerciale, geometri e turismo "Duca Abruzzi" di Palermo e l'Istituto comprensivo "Enrico Fermi" di San Giovanni La Punta (Ct), due centri che erogano servizi di ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio, rivolti a studenti, famiglie, docenti, attraverso l'impiego di una e'quipe territoriale con competenze socio-psico-pedagogiche. Queste strutture, aperte al territorio, intendono operare in rete con enti e servizi esistenti, al fine di garantire la circolarita' delle informazioni e l'ottimizzazione di risorse e opportunita'.
(Wel/ Dire)
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