"LA POVERTA' INFANTILE NON E' INEVITABILE, MA E' LEGATA ALLE SCELTE POLITICHE".
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 29 mag. - Sono 30 milioni i minorenni che vivono in poverta' nei 35 paesi con economie sviluppate. Nell'Unione Europea (piu' Norvegia e Islanda) sono circa 13 milioni. Lo rivela il rapporto Unicef 'Misurare la poverta' tra bambini e adolescenti'. Il rapporto, realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell'Unicef, esamina la poverta' e la deprivazione materiale infantile in tutto il mondo industrializzato, presentando classifiche di paesi e analisi comparate. Questo confronto internazionale dimostra che la poverta' infantile in questi paesi non e' inevitabile, ma e' legata alle scelte politiche; inoltre, alcuni paesi stanno facendo meglio di altri per proteggere i bambini piu' vulnerabili.
"Nonostante l'Italia sia tra i 15 paesi europei piu' ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni vive in una condizione di poverta' relativa. In questa classifica, l'Italia e' agli ultimi posti: 29 su 35. I dati del rapporto mostrano che il 13,3% dei minori vive in una condizione di deprivazione materiale", ha ricordato il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera durante la presentazione del rapporto a Roma, alla presenza della sociologa Chiara Saraceno e del curatore Unicef del rapporto Leonardo Menchini. Il Report Card esamina la poverta' e la deprivazione materiale infantile in due modi completamente diversi. L'analisi su questi due diversi tipi di poverta' infantile e' scaturita dall'elaborazione dei dati piu' recenti e disponibili sulla poverta' e sulla deprivazione infantile in tutte le economie industriali avanzate del mondo. La prima misura e' un Indice di deprivazione dell'infanzia, derivato da un'indagine condotta da European Union's Statistics on Income and Living Conditions (Eu-Silc) su 29 paesi europei, che include per la prima volta una sezione sui bambini. Per deprivazione materiale si intende la percentuale di bambini e adolescenti che non ha accesso ad alcuni beni, servizi o attivita'ritenuti "normali" (sono 14 in tutto)nelle societa' economicamente avanzate, come fare almeno tre pasti al giorno, libri e giochi adatti all'eta' del bambino, un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti, connessione Internet I tassi piu' alti di deprivazione materiale vengono riscontrati in paesi come Romania, Bulgaria e Portogallo (rispettivamente con piu' del 70%, 50% e 27% dei bambinie adolescenti esclusi), anche se alcuni paesi tra i piu' ricchi come Francia e Italia hanno tassi di deprivazione superiori al 10%. I paesi nordici hanno il minor tasso di deprivazione tra i minorenni, inferiore al 3%. La seconda misura esaminata nel rapporto riguarda la poverta' relativa, prendendo in esame la percentuale di bambini e adolescenti che vivono al di sotto della "soglia di poverta'" nazionale - definita come il 50% del reddito medio disponibile dalle famiglie. I paesi nordici e i Paesi Bassi hanno i tassi piu' bassi di poverta' infantile relativa, intorno al 7%.
Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno tassi compresi tra il 10 e il 15 %, mentre oltre il 20% dei bambini in Romania e Stati Uniti vivono in poverta' relativa.
Particolarmente evidenti, nel Rapporto, sono i confronti tra i paesi con economie simili, che dimostrano come la politica dei governi abbia impatti significativi sulla vita dei bambini e degli adolescenti. Ad esempio, la Danimarca e la Svezia hanno tassi molto piu' bassi di poverta' infantile del Belgio o della Germania, ma tutti e quattro i paesi hanno gli stessi livelli di sviluppo e reddito pro capite.
"I dati sottolineano che troppi bambini e adolescenti continuano a non avere accesso a beni o servizi di base necessari al proprio sviluppo in paesi che hanno tutti i mezzi per fornire loro la possibilita' di un completo sviluppo e determinazione", ha dichiarato Gordon Alexander, direttore del Centro di Ricerca dell'Unicef. "Il rapporto ha anche mostrato che altri paesi hanno lavorato bene - visto che ci riferiamo in gran parte a dati pre crisi - grazie ai sistemi di protezione sociale. Il rischio e' che con la crisi attuale, le conseguenze di decisioni sbagliate saranno visibili solo tra molto tempo".
(Wel/ Dire)