(DIRE - Notiziario minori) Roma, 22 mag. - L'87,7% dei parti e' avvenuto negli Istituti di cura pubblici, il 12,1% nelle case di cura e solo 0,2% altrove. Naturalmente nelle Regioni in cui e' rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, le percentuali sono sostanzialmente diverse. Il 66,7% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Tali strutture, in numero di 204, rappresentano il 37,2% dei punti nascita totali. Il 7,92% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.
Sono alcuni dei numeri presenti nell'ottavo rapporto CeDap sull'analisi dei dati sanitari e socio-demografici di oltre 548mila parti in 549 punti nascita nel nostro Paese. Il documento, realizzato dall'Ufficio di Direzione Statistica del ministero della Salute, raccoglie le informazioni rilevate dal flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP) del 2009.
In quell'anno, in particolare, il 18,0% dei parti e' relativo a madri di cittadinanza non italiana. Tale fenomeno e' piu' diffuso al centro nord dove oltre il 20% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, quasi il 28% delle nascite e' riferito a madri straniere. Le aree geografiche di provenienza piu' rappresentative, sono quella dell'Africa (27,8%) e dell'Unione Europea (24,7%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana sono rispettivamente il 18,2% e l'8,8% di quelle non italiane.
L'eta' media della madre e' di 32,5 anni per le italiane mentre scende a 29,1 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 32,3 anni per le italiane e 28,3 anni per le straniere. L'eta' media al primo figlio e' per le donne italiane quasi in tutte le Regioni superiore a 31 anni con variazioni sensibili tra le regioni del nord e quelle del sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 27,5 anni.
Delle donne che hanno partorito nell'anno 2009 il 45,0% ha una scolarita' medio alta, il 33,7% medio bassa ed il 21,3% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarita' medio bassa (52,0%). L'analisi della condizione professionale evidenzia che il 59,8% delle madri ha un'occupazione lavorativa, il 31,2% sono casalinghe e il 7,3% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2009 e' per il 55,7% quella di casalinga a fronte del 65,8% delle donne italiane che hanno invece un'occupazione lavorativa.
Nel 92,27% dei casi la donna ha accanto a se' al momento del parto (sono esclusi i cesarei) il padre del bambino, nel 6,37% un familiare e nell'1,16% un'altra persona di fiducia. La presenza di una persona di fiducia piuttosto che di un'altra risulta essere influenzata dall'area geografica.
Dai dati emerge anche un eccessivo ricorso al parto cesareo. In media, il 38,0% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi e' un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica. Rispetto al luogo del parto si registra un'elevata propensione all'uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate in cui si registra tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 35,0% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo e' piu' frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere, nel 28,6% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo mentre si registra una percentuale del 40,1% nei parti di madri italiane.
Per circa 6.786 parti si e' fatto ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (Pma), in media 1,23 ogni 100 gravidanze. La tecnica piu' utilizzata e' stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi).
Per quanto riguarda i neonati, l'1% ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,1% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalita' del neonato tramite indice di Apgar, il 99,2% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso tra 7 e 10. Sono stati rilevati 1.578 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalita', pari a 2,83 nati morti ogni 1.000 nati, e 5.529 nati con malformazioni.
L'indicazione della causa e' presente rispettivamente solo nel 19,4% dei casi di natimortalita' e nel 51,2% di nati con malformazioni.
(Wel/ Dire)