(DIRE - Notiziario minori) Roma, 18 mag. - Sono 2 milioni gli italiani che scelgono il sostegno a distanza. Singoli, famiglie, ma anche gruppi informali, scuole e parrocchie. Donano in media 20-30 euro al mese, per una cifra totale di circa 600 milioni all'anno. Risorse destinate soprattutto a progetti nei paesi dell'Africa (40%) e dell'America del Sud (38%), e in misura minore nell'Europa dell'Est. Le donazioni passano attraverso le 400 organizzazioni che in Italia si occupano di sostegno a distanza, ma ci sono anche gruppi e singoli che donano direttamente. I dati arrivano dal Forum permanente per il sostegno a distanza Le prime esperienze di sostegno a distanza in Italia riguardano, secondo il ForumSad, soprattutto i minori stranieri. "Di solito si tratta di aiuti collettivi- spiega Curatola- nel forum di Bologna vogliamo far emergere queste buone pratiche". Fra queste l'associazione "La piccola famiglia" che a Rimini si occupa dell'integrazione scolastica dei bambini cinesi, o le suore francescane che a Padova gestiscono una casa che ospita vittime di tratta, spesso minorenni straniere. E ancora il Gruppo Aimar, che oltre a progetti nel Sud del mondo e' attivo anche a Milano, con il centro Tuendelee che ospita mamme e bambini in difficolta'. Fra i vari strumenti a disposizione del terzo settore, il sostegno a distanza sembra essere quello che resiste meglio alla crisi economica. "Negli ultimi anni si fa fatica a trovare nuovi donatori- spiega il presidente di ForumSad- ma chi lo e' gia' e' anche fidelizzato: di solito chi inizia un progetto di sostegno o smette nei primi mesi oppure lo segue per 4 o 5 anni". Interrompere il sostegno e' una decisione difficile, "perche' sai che facendolo togli a un bambino la possibilita' di andare a scuola o di curarsi", aggiunge Curatola, che sottolinea l'importanza delle cifre raccolte. "I fondi del ministero degli Esteri per la cooperazione sono un quinto delle donazioni per il sostegno a distanza".
(Wel/ Dire)