(DIRE - Notiziario minori) Roma, 8 mag. - La sordita' in Italia colpisce un bambino su mille sotto i tre anni e due bambini su mille tra i 4 e 12 anni. Ma questa incidenza puo' aumentare fino a dieci volte nel caso dei bimbi nati prematuramente e sottoposti a terapie intensive. Sono i dati emersi nel corso del convegno a cura del Cabss (Centro assistenza per bambini sordi e sordociechi onlus), presieduto da Roberto Whirt. L'incontro e' stata l'occasione per fare il punto sulla prevenzione della patologia in eta' infantile, ma anche per approfondire il ruolo del supporto psicologico da dare alle famiglie per la piena accettazione della malattia. "La sordita' congenita colpisce in media uno o due bambini ogni mille. Nel corso della mia esperienza in terapia intensiva neonatale e pediatrica ho potuto notare pero', che nei casi dei bambini sottopposti a questo tipo di cure l'incidenza e' anche dieci volte maggiore: si puo' arrivare a due o tre bambini ogni cento- sottolinea Claudio Moretti, primario dell'Area emergenza pediatrica del policlinico Umebrto I di Roma- In questi casi la prevenzione e' importantissima. Nella regione Lazio e' previsto lo screening neonatale, e' una misura che va incentivata perche' permette di capire se il bambino e' a rischio sordita'. Ci sono genitori che si accorgono di questo tipo di problema nei figli a un anno o due, e questo significa perdere tempo prezioso. Le prime terapie oggi si posso fare gia' a sei mesi".
Oltre al contrasto della patologia c'e' un altro fronte su cui secondo il Cabss bisogna intervenire: quello del supporto psicologico ai genitori che scoprono questo tipo di disabilita' nei propri figli. "Nel 90% dei casi i bambini sordi sono figli di persone udenti. E questa diversita' puo' far nascere nei genitori stati affettivi simili a quelli che si verificano in caso di lutto- sottolinea Stefania Fadda, direttore del Cabss- . quello che facciamo nelle nostre strutture e' accompagnare questi padri e queste madri a fare scelte consapevoli a vantaggio dei loro bambini". Il lavoro sul nucleo familiare e' fondamentale anche secondo Roberto Whirt: "i genitori spesso si spaventano e hanno bisogno di un supporto psicologico per gestire le emozioni".
Oltre all'attivita' di prevenzione e cura sono necessari, pero' anche interventi da parte delle istituzioni, come ha ricordato Giuseppe Petrucci, presidente dell'Ens. "Siamo preoccupati dalle scelte del governo: la legge sul riconoscimento della Lis non e' stata ancora approvata- afferma- Anche il pieno riconoscimento dei sordociechi c'e' stato solo nel 2010. C'e' un lungo lavoro da fare con la Lega del filo d'Oro sull'applicazione della lingua dei segni tattile. Spesso i genitori non sanno a chi rivolgersi e i medici non hanno, il piu' delle volte, idee che vadano oltre la guarigione. Bisogna invece lavorare sull'abbattimento della barriere della comunicazione". Su questo fronte l'assessore al Lavoro e alla formazione, Mariella Zezza, ha ribadito l'impegno della regione Lazio: "abbiamo utilizzato al meglio i nostri fondi per la formazione e l'inserimento delle persone disabili. Non a caso nel Lazio c'e' il piu' alto numero di disabili avviati al lavoro". "Occuparsi di questi bambini significa far crescere adulti indipendenti- aggiunge l'assessore- Siamo riusciti a rendere attivo un bando per l'abbattimento delle barriere della comunicazione: negli uffici pubblici si pensa solo a mettere le pedane per le sedie a ruote, noi invece traduciamo tutti i bandi in Braille perche' siano accessibili". Zezza ha ricordato anche il bando "David" per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilita', per il quale sono stati stanziati un milione e mezzo di euro.
Dal 2010 il Cabss ha attivato una collaborazione con il Gorge Brown college di Toronto, che forma figure specializzate che mediano tra il bambino sordocieco e l'ambiente in cui vive, facilitandone la comunicazione con gli altri. "Nel corso di questi 20 anni molti brillanti giovani sordi hanno avuto l'opportunita' di formarsi negli Usa e, una volta rientrati in Italia hanno messo la loro esperienza a disposizione dei bambini italiani- sottolinea Roberto Wirth- Ogni ex borsista e' dunque un fiore all'occhiello per il settore della sordita' infantile". Al convegno erano presenti anche Maria Grazia Quieti, direttore della Commissione Fullbright per gli scambi culturali Italia-Usa e Vincenzo Speranza, ex borsista "Roberto Wirth", che ha raccontato la sua esperienza di formazione negli Stati Uniti : " grazie a questa opportunita'- ha detto- ho superato le mie stesse barriere e i miei limiti".
(Wel/ Dire)