DATO EMERGE INDAGINE ASSOCIAZIONE 'DONNE E QUALITÀ DELLA VITA'.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 17 lug. - I bambini e gli adolescenti italiani sono tra i piu' maleducati d'Europa. Il dato emerge da alcuni studi e ricerche che hanno analizzato il comportamento degli under diciotto in vari contesti: a scuola, in vacanza, in famiglia. Ne ha parlato il mensile Nuovo Consumo dei soci Unicoop Tirreno nell'ultimo numero di luglio-agosto 2012, dedicandogli anche la copertina che riprende il titolo del film del 2004 di Pedro Aldomovar, 'La mala education'.
Secondo un'indagine dell'associazione 'Donne e qualita' della vita', si legge nel dossier di Nuovo Consumo, i nostri giovanissimi risultano essere tra i meno amati dagli albergatori europei a causa del loro comportamento irrispettoso delle regole basilari: urlano, corrono, sono capricciosi, scrivono sui muri, rompono oggetti e cosi' via. I loro coetanei del nord Europa, invece, siedono tranquillamente a tavola con i genitori, non protestano per cio' che trovano nel piatto e parlano senza urlare. Alle stesse conclusioni, piu' o meno, arriva l'indagine commissionata dal telefono di assistenza 'Help me' di qualche anno fa, secondo la quale "i genitori italiani non insegnano mediamente ai propri figli a rispettare alcune semplici regole quali il cedere il posto nei mezzi pubblici, non dire parolacce, assumere comportamenti civili nei confronti delle manifestazioni di culto diverse dalla propria. Purtroppo, sono proprio i genitori, insieme alla televisione, ad avere le maggiori responsabilita' nella crescita di una generazione di maleducati". La psicologa Mariacandida Mazzilli, responsabile del sito www.psicologiadonna.it, descrive i genitori italiani come "fragili, insicuri, stressati, permissivi e stanchi, incapaci di gestire e di affrontare i conflitti".
L'indagine punta il dito anche contro la televisione, portatrice di cattivi modelli e vede una pesante perdita di autorevolezza da parte della scuola, citando gli allarmanti dati del Censis "circa l'80% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni si chiede che senso abbia stare a scuola".
(Wel/ Dire)