(DIRE - Notiziario minori) Roma, 10 lug. - Riduzione del personale nelle scuole italiane all'estero e il blocco di nuove selezioni. Sono alcuni dei contenuti meno noti della spending review che per il personale docente che insegna fuori confine segna un taglio, segnalato nei numeri dalla Uil Scuola, del 40%. Un taglio che, secondo il sindacato, pesera' "sull'immagine del nostro Paese, in importanti realta' europee ed extraeuropee, nelle quali sono molto apprezzate le nostre scuole e la nostra attivita' di promozione della cultura e della lingua italiana". In alcune zone si registrera' "la difficolta' di garantire il servizio scolastico e gli strumenti essenziali per la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana".
L'intervento prevede effetti gia' dal prossimo anno scolastico. Nel mondo ci sono 294 scuole italiane di cui 152 in Europa, 96 in America (Nord e Sud), 14 in Africa, 2 in Asia-Oceania. 31.000 alunni frequentano scuole italiane o sezioni italiane presso scuole straniere ed europee, dalle scuole dell'infanzia alle secondarie di secondo grado. E la presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane e' molto elevata: se si considerano le scuole italiane e le sezioni italiane presso scuole straniere la presenza di studenti stranieri, di origine italiana e non, e' pari a circa all'80% del totale. Il personale di ruolo e' costituito da 410 docenti e 10 dirigenti.
Poi ci sono presso le nostre Rappresentanza all'estero 74 dirigenti scolastici competenti per tutte le istituzioni e iniziative scolastiche dell'area. Complessivamente sono utilizzate 504 unita' a carico del bilancio del Ministero degli Affari Esteri. Altri 105 insegnanti italiani di ruolo operano nelle Scuole Europee il cui onere e' a carico delle scuole medesime.
La logica dei tagli basati esclusivamente sul numero dei posti in contingente, spiegano dalla Uil SCuola, guidata da Massimo Di Menna, "non tiene in alcun conto che la scuola puo' funzionare solo con la garanzia della presenza degli insegnanti di tutte le materie di ciascun ciclo, da lettere a matematica, da storia dell'arte a filosofia. Il decreto ha un grande limite, riduce ma non qualifica la spesa pubblica- commenta Di Menna-Rimangono alcuni aspetti decisamente negativi. La Uil Scuola quindi, assumera' iniziative nei confronti dei gruppi parlamentari e dei ministri dell'Istruzione e della Funzione Pubblica, proponendo emendamenti".
(Wel/ Dire)