(DIRE - Notiziario minori) Roma, 6 lug. - Strumenti digitali sempre piu' diffusi, ma il libro non scompare. E non sempre studiare al computer aiuta apprendimento e concentrazione. È quanto emerge da una ricerca del Censis sui nativi digitali e l'impatto delle nuove tecnologie sui sistemi di apprendimento promossa dalla Regione Calabria (assessorato alla Cultura) e presentata mercoledi' a Roma. La ricerca si basa sui risultati di un'ampia indagine che ha coinvolto 2.300 studenti delle scuole medie e superiori calabresi fra 11 e 19 anni di eta' e 1.800 genitori.
In due terzi delle case calabresi c'e' un computer connesso alla rete, l'88% dei ragazzi possiede un pc, percentuale che sale al 90% tra gli studenti delle superiori. La diffusione di strumenti digitali raggiunge il 48% nel caso della telecamera, il 22% per gli smartphone e il 10% per i tablet (il 17% nella fascia socio-economica piu' elevata). Ma per la maggioranza degli studenti calabresi (il 54%) consultare un testo su Internet non e' piu' facile che leggere un libro. E il 73% non trova difficile mantenere la concentrazione nella lettura dei volumi stampati.
Oggi nelle case ci sono molti piu' libri che in passato. In Calabria, il 32,5% delle famiglie dei ragazzi delle scuole medie possiede piu' di 100 libri, contro il 21% delle famiglie degli studenti delle superiori.
GLI EFFETTI DEL COMPUTER E DI INTERNET - Il 72% degli studenti calabresi ritiene che l'uso del pc e l'accesso al web hanno effetti positivi sull'apprendimento (la percentuale sale al 76% fra gli studenti piu' grandi). Rispetto al rendimento scolastico, per il 35% l'effetto e' positivo, per il 36% e' neutro, per il 29% e' negativo. Una consistente maggioranza (il 65%) valuta positivamente l'uso delle tecnologie digitali per soddisfare la propria curiosita' e lo spirito di iniziativa. Ma il 40% considera negativi gli effetti sulla volonta' di studiare e il 33,5% sulla capacita' di concentrazione e riflessione. La compresenza di opinioni apparentemente in contrasto e' uno dei risultati piu' importanti da tenere in considerazione: sulle tecnologie digitali aleggia una sorta di diffidenza generalizzata che accomuna studenti, docenti e genitori quando queste vengono messe in relazione con la scuola e l'istruzione.
STUDIARE O GIOCARE? - Nel contatto quotidiano dei ragazzi con le nuove tecnologie, oggi piu' che in passato e' difficile scindere l'aspetto ludico dal momento dell'apprendimento. Per i giovani e' importante saper usare le tecnologie digitali e disporre delle applicazioni piu' innovative, che possono essere utilizzate sia per svago che per motivi di studio. Il 73% degli studenti calabresi utilizza Facebook (la percentuale sale al 79% fra gli studenti delle scuole superiori e si ferma al 65% fra gli alunni delle medie). Il 76% utilizza YouTube. Per il 60% degli studenti delle superiori l'utilizzo praticamente quotidiano del computer e' finalizzato alle relazioni e all'accesso ai social network. Il 56% e' convinto che cosi' si faciliti la frequentazione degli amici al di fuori della scuola. Il 44% naviga quasi tutti i giorni alla ricerca di informazioni. Le quattro applicazioni piu' importanti per i ragazzi sono: i motori di ricerca, i social network, la visione di video, la possibilita' di scaricare musica. I GENITORI LA PENSANO COME I FIGLI - Tra genitori e figli c'e' convergenza di opinioni sugli effetti prodotti dall'utilizzo delle tecnologie digitali. Pensano entrambi che possano produrre effetti positivi sull'apprendimento e sullo sviluppo della curiosita' e dello spirito di iniziativa dei ragazzi. Ma emerge un atteggiamento comune di incertezza sul potenziale delle tecnologie digitali rispetto a temi come la voglia di studiare, la capacita' di concentrazione e il rendimento scolastico.
Prevalentemente neutri sono ritenuti invece gli effetti su aspetti come il rischio di isolamento (con valori superiori al 40% per genitori e studenti) e il rapporto con gli insegnanti (50% per i genitori, 62% per gli studenti).
SCUOLA POCO TECNOLOGICA - È debole l'appeal della scuola sui ragazzi, anche nel caso in cui essa disponga di tecnologie digitali. L'84% degli studenti calabresi afferma che durante la settimana il computer non viene mai usato per studiare le materie umanistiche. La percentuale si riduce di poco nel caso delle materie scientifiche (79%) e di quelle tecniche (66%). Dalle opinioni raccolte tra i docenti emerge: una certa resistenza culturale motivata dalla convinzione che l'approccio tradizionale al trasferimento del sapere sia quello piu' efficace e piu' giusto, la consapevolezza che le nuove tecnologie sono imprescindibili per cercare un dialogo con i ragazzi e per svolgere al meglio la propria funzione, ma gli insegnanti diffidano di un apprendimento partecipativo che metta in discussione il loro ruolo.
(Wel/ Dire)