"SCELTE DI VITA DETERMINATE DAL NON AVERE LA CITTADINANZA".
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 29 giu. - Non avere la cittadinanza italiana anche se si e' nati in Italia influenza in modo determinante le scelte di vita dei figli degli immigrati, che si iscrivono in massa negli istituti professionali e non accedono all'istruzione universitaria. E' quanto emerge dalla Ricerca "Le seconde generazioni tra mondo della formazione e mondo del lavoro" promossa da Rete G2 Seconde Generazioni in collaborazione con ASGI, Save The Children con il contributo dell'UNAR, nell'ambito del progetto R.E.T.E. (Rows Emergencies and Teen Empowerment).
"L'alto numero di figli di immigrati iscritti agli istituti tecnici e' dovuto in parte alla loro condizione di italiani con il permesso di soggiorno - si legge nelle conclusioni - Tale condizione, infatti, determina la scelta di percorsi di formazione che accelerino la ricerca del lavoro al termine degli studi superiori (nonostante non ci sia una correlazione diretta tra lo studiare in un Istituto Tecnico o in un Istituto Professionale e il trovare facilmente lavoro)". Pur avendo ottenuto ottimi voti alla fine delle scuole medie, a parita' di risultati con i ragazzi italiani, mentre questi ultimi si iscrivono ai licei con la prospettiva di andare all'universita' ed entrare a fare parte della classe dirigente del Paese, i giovani delle seconde generazioni fanno scelte di segno diverso.
Dalla ricerca emerge che in questa decisione e' fondamentale il ruolo degli insegnanti delle scuole medie inferiori nel consigliare e indirizzare la scelta dei genitori. Nella maggior parte dei casi, gli alunni di seconda generazione sono stati indirizzati verso la scelta d'iscriversi a Istituti tecnici e ai corsi professionali proprio dai loro insegnanti delle scuole medie. La ricerca e' stata condotta negli istituti tecnici e professionali, dove studia una grossa fetta delle seconde generazioni iscritte alle scuole superiori, su sei citta' del centro - nord che hanno una maggiore presenza di figli di immigrati: Roma, Firenze, Milano, Torino, Padova, Vicenza. Il campione intervistato e' di 100 ragazzi e 55 ragazze con entrambi i genitori stranieri o appartenenti a famiglie miste. La maggior parte non sente di avere problemi con la lingua. "Questa e' l'ennesima dimostrazione che non e' la conoscenza della lingua italiana a creare problemi di successo scolastico" sottolinea il rapporto. Gli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole superiori sono passati dai 130.012 dell'anno scolastico 2008-2009 ai 143.224 dell'anno seguente, salendo complessivamente dal 4,8 al 5,3%. Di questi, oltre centomila studiano nelle scuole professionali e tecniche, dove la percentuale e' doppia, intorno al 10%.
Solo un terzo del campione si e' iscritto in tempo alle scuole secondarie, entro i 14 anni, 1l 69% e' over 14 anni con punte di 21 anni. Poche le famiglie miste: la maggior parte sono famiglie composte da genitori entrambi stranieri e entrambi dello stesso paese. La maggior parte degli intervistati dichiara di avere una cittadinanza straniera (120 su 155). Una parte di quelli che dichiarano di essere cittadini stranieri sono nati in Italia. In media i genitori degli intervistati sono arrivati da almeno venti anni in Italia. Si tratta a tutti gli effetti di un'immigrazione stabile. Prevale tra gli intervistati la provenienza dei genitori dall'Europa dell'Est, seguono Sud America, Asia e Nord Africa. Le professioni prevalenti sono quelle legate al manifatturiero o ai servizi. Tra le madri c'e' un 11% che dichiara di svolgere un lavoro impiegatizio; sono interpreti e traduttrici che lavorano a chiamata per tribunali e servizi vari. I titoli di studio dei genitori nella maggioranza dei casi sono alti rispetto al lavoro che svolgono effettivamente.
La maggior parte degli intervistati vive con la famiglia in affitto. Simile alle famiglia italiane e' la tendenza ad investire nella casa appena se ne ha la possibilita'. Le famiglie sono in media piu' numerose di quelle italiane. L'87% degli intervistati appartiene ad una famiglia composta da almeno un fratello o una sorella oltre ai genitori. Per questo, una parte del tempo libero venga dedicato a dare una mano a casa. Tutti dichiarano di dedicare almeno un'ora alla famiglia.
Un altro risultato significativo della ricerca e' che una parte dei ragazzi che non sono mai stati bocciati alle superiori sono quelli che non hanno lavorato durante il periodo di studio. Per cui e' determinate nel successo scolastico di questi ragazzi la possibilita' di studiare il pomeriggio. Infatti, i loro giudizi alle scuole elementari e medie sono superiori rispetto alla media dei giudizi dei loro compagni italiani.
Un motivo d'insoddisfazione nella scelta formativa e' il giudizio negativo sulle competenze apprese che non darebbero una reale possibilita' d'impiego. Alla domanda ti sei mai sentito discriminato a scuola? La risposta della maggior parte degli intervistati e' no al 74%.
(Wel/ Dire)