(DIRE - Notiziario minori) Roma, 26 giu. - Sono stati alcuni bambini emofilici romani, tra i 3 e i 12 anni, i giovani cavalieri protagonisti di un saggio che si e' tenuto nei giorni scorsi presso il centro 'L'Auriga' a Roma. L'evento e' inserito nel progetto assistenziale 'Il cavallo compagno di giochi e di sport', avviato ufficialmente il 13 novembre scorso da Baxter in collaborazione con il centro L'Auriga: si tratta di affiancare al giovane paziente emofilico la terapia assistita con gli animali per favorire la socialita' e l'integrazione sociale attraverso un'attivita' ludico-ricreativa con i cavalli. Questo perche' fidarsi di un animale, imparare a dominarlo, puo' significare una maggiore consapevolezza delle proprie risorse e una scoperta delle proprie energie.
L'emofilia e' una malattia genetica rara, una condizione di vita con conseguenze nel lungo termine che vanno oltre l´impatto fisico. Le cure che si rendono necessarie per prevenire danni conseguenti la patologia comportano inevitabilmente per il paziente, gia' in tenera eta', e per la sua famiglia alterazioni al normale ritmo delle attivita' quotidiane. Oltre alla necessaria terapia clinico-sostitutiva, rimane per questo fondamentale un supporto che si rivolga alla sfera personale ed affettiva dell'emofilico.In questo senso si muove l'attivita' assistita con i cavalli, da tempo riconosciuta come valido sostegno per coloro che sono affetti da patologie croniche.
"L'attivita' con i cavalli coniuga il gioco con quegli aspetti relazionali indispensabili per un corretto sviluppo psicofisico- spiega Nicoletta Angelini, direttore del Centro L'Auriga- Inoltre, si svolge in un ambiente naturale, contenitore ideale per i soggetti in eta' evolutiva e permette quel 'corpo a corpo' al bambino emofilico spesso negato perche' ritenuto pericoloso, ma tanto importante per crescere. Ed e' da questa attivita' che nasce il saggio che verra' presentato domani dove nessuno sara' etichettato in base ai propri problemi e tutti saranno visti per quello che faranno in quel momento: piccoli cavalieri con i loro cavalli, compagni di gioco e amici. Tra loro, anche ragazzi disabili e - iniziativa forse unica - alcuni giovani emofilici che hanno partecipato alle attivita' con il Progetto sostenuto da Baxter. Nessun segno particolare per distinguere gli uni dagli altri: a cavallo siamo tutti uguali".
Allo stato attuale, aggiunge il professor Matteo Luciani, Dipartimento di Oncoematologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambin Gesu' di Roma- e' riconosciuto che grazie alle odierne terapie e all'uso della profilassi questi piccoli pazienti hanno la possibilita' di vivere la malattia non come un problema, condizione essenziale per un sereno sviluppo psico-fisico". (Wel/ Dire)