"ENTRO 2035 SCENDERE DA 57 A 20 DECESSI OGNI 1.000 NATI VIVI".
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 15 giu. - Oggi oltre 80 governi, insieme a molti partner del settore privato, della societa' civile e di organizzazioni religiose, lanciano una 'Call to Action' per la sopravvivenza dei bambini - un forum di alto livello promosso dai governi di Etiopia, India e Stati Uniti, in collaborazione con l'Unicef, per portare avanti, a livello mondiale, un impegno globale per salvare la vita dei bambini. Lo fa sapere l'Unicef in una nota.
Negli ultimi 40 anni, nuovi vaccini, il miglioramento delle pratiche di assistenza sanitaria, gli investimenti nel settore dell'istruzione e l'impegno di governi, societa' civile e altri partner hanno contribuito a ridurre il numero di decessi infantili di oltre il 50%. Eppure, milioni di bambini - la maggior parte dei quali in Africa sub-sahariana e Asia meridionale - muoiono ogni anno per cause ampiamente prevenibili prima di raggiungere il loro quinto compleanno. Nel 2010, questo si e' tradotto in 57 bambini morti per 1.000 nati vivi. La 'Call to Action' sfida il mondo a ridurre la mortalita' infantile a 20 - o anche meno - decessi infantili ogni 1.000 nati vivi in ogni paese entro il 2035. Il raggiungimento di questo storico traguardo, salvera' la vita ad altri 45 milioni di bambini entro il 2035, avvicinando il mondo all'obiettivo di porre fine alle morti infantili prevenibili. "Abbiamo gli strumenti, le cure e le tecnologie per salvare milioni di vite ogni anno, e non ci sono scuse per non usarli", ha detto il direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake. "Per rinnovare la nostra promessa per i bambini nel mondo, dobbiamo concentrarci sulle principali cause di mortalita' infantile come diarrea, polmonite e malaria aumentando la copertura ad alto impatto e le cure a basso costo, valorizzando una piu' ampia innovazione e stimolando una maggiore responsabilita' politica per includere anche i bambini piu' difficili da raggiungere. Il grande obiettivo di prevenire i decessi infantili deve essere la nostra causa comune".
(Wel/ Dire)