"DA RIPROGRAMMAZIONE DEI FONDI EUROPEI 400 MILN DI EURO".
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 8 giu. - "Credo che le difficolta' siano due: la prima riguarda la questione economica e la fortissima differenza nella presenza di questo servizio nei vari territori, il diverso tasso di copertura, le divergenze sia regionali che comunali con casi in cui e' quasi assente. L'altra riguarda la definizione del servizio: rientra nell'ambito di assistenza e cura e quindi non gode delle stesse tutele di attivazione e presenza che garantiscono l'offerta educativa" risponde all'agenzia Dire il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Cecilia Guerra (anche su www.dire.it).
I comuni, spiega, "stanno facendo cose importanti sugli asili nido, un settore in continua evoluzione. Uno dei modi in cui le amministrazioni locali hanno dovuto rispondere, e non sempre e' stata una scelta, alla restrizione finanziaria, e' stato quello di esternalizzare il servizio. Questo non ha comportato necessariamente scadimenti di qualita' ma e' un confine stretto, perche' l'affidamento esterno e' stato spesso sostenuto da maggiore flessibilita' nella mano d'opera ma anche da un minor costo. C'e' pero' il rischio che proprio il costo venga scaricato sui lavoratori con contratti di lavoro diversi da quelli del settore pubblico, per cui spesso assistiamo ad assunzioni a breve termine e a retribuzioni diverse".
Le 'ricette' del sottosegretario Guerra sono molteplici: "Sicuramente un mix tra pubblico e privato e' uno strumento che i comuni possono usare anche in termini virtuosi con maggiore flessibilita' nell'offerta non solo educativa, ma anche di assistenza alle famiglie e in particolare a quelle donne che devono conciliare i propri impegni di lavoro con la cura dei bambini. Le altre cose su cui i comuni possono lavorare insieme con le regioni, in una situazione di ristrettezza economica, e' quella di definire gli standard qualitativi senza comprometterli ma capendo quali sono da mantenere e quali no con un'attenzione particolare alle casse. Certo, l'equilibrio e' difficile da trovare perche' parliamo di un servizio molto delicato".
Guerra elenca poi le ultime misure prese dal Governo Monti: "E' chiaro che se non ci sono nuove risorse e' difficile andare avanti, ma e' fondamentale quello che e' stato fatto con il piano Azione e Coesione, ovvero rifinalizzare i fondi europei destinando 400 milioni di euro proprio per i servizi all'infanzia. Sono soldi- spiega- che andranno a quelle regioni rimaste piu' indietro nella realizzazione dei servizi. Tengo molto a sottolinearlo perche' e' un investimento importante non solo per il Sud ma per tutta la nazione, perche' permette di colmare il gap per poi andare avanti insieme. E' stato fatto un intervento molto accurato nel permettere di assicurare i fondi anche per l'avviamento quindi per la gestione. Solo se riusciamo a superare il gap territoriale abbiamo la possibilita' di intervenire con strumenti ordinari e poi agire a livello nazionale. Del resto, non si puo' mica tagliare ai migliori per parificare il livello di base...".
I fondi, precisa il sottosegretario, "sono quelli europei e se non fossero stati riprogrammati, sarebbero andati persi. Non sono risorse riversate a pioggia ma finalizzate e che verranno monitorate: ogni regione che riceve questi soldi deve conseguire degli obiettivi precisi, ovvero di diffusione del servizio e di rinforzo sul tasso di copertura. La conseguenza e' che non ci sono pericoli di spreco delle risorse". Purtroppo per il futuro non sembrano esserci buone notizie. "Non ci sono interventi gia' programmati per i prossimi mesi. Quello su cui stiamo ragionando e' capire quali sono le priorita' nell'ambito delle politiche per i minori in generale dovendo fare i conti con un vincolo di risorse micidiale. La nostra attenzione pero' e' sempre alta e l'obiettivo e' quello di arrivare a tassi di copertura del servizio sempre piu' alti".
(Wel/ Dire)