UN CROLLO DEL 49% ACCOMPAGNATO DA UN CALO DELLA DISPONIBILITA' AD ADOTTARE DEL 32%.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 1 giu. - Adozioni internazionali piu' semplici, gratuite e in alcuni casi aperte anche ai single. Ai.Bi, Amici dei bambini, associazione cattolica che si occupa di assistere i genitori adottivi, chiede la modifica della legge 184 del 1983 sulle adozioni internazionali. La proposta nasce da un dato. "Dal 2006 al 2011- spiega Marco Griffini, presidente di Ai.Bi e genitore adottivo- i decreti di idoneita' all'adozione internazionale, concessi alle coppie italiane dal tribunale dei minori, sono calati da 6.273 a 3.179. Un crollo del 49% accompagnato da un calo della disponibilita' ad adottare del 32% tra il 2006 e il 2010". Al contempo, aggiunge Griffini, "il fenomeno dell'abbandono minorile continua a crescere al ritmo di 5 milioni di nuovi abbandoni ogni anno e secondo l'Unicef, nel mondo ci sarebbero 186 milioni i minori che vivono fuori dalla famiglia".
Secondo l'associazione le cause del calo delle adozioni, che interessa anche quelle nazionali, passate dalle 16.234 del 2006 alle 10.611 del 2010, dipende da tre fattori. Da una concezione negativa dell'adozione, da procedure troppo lunghe (fino a 48 mesi) e complicate, che estenuano le famiglie e da costi insostenibili che possono arrivare fino a 30mila euro per bambino.
La proposta per una riforma della normativa attuale e' articolata in sei punti. Innanzitutto Ai.Bi chiede di passare dalla selezione all'accompagnamento delle coppie. "Bisogna partire dal presupposto che chi decide di adottare decide di diventare genitore- spiega Monica Barbarotto dell'ufficio culturale dell'associazione- ed e' sbagliato sottoporlo a continui esami". La proposta dell'associazione e' di creare un percorso congiunto tra servizi sociali e associazioni autorizzate, laddove oggi i soggetti operano senza collegamenti, per sostenere la coppia prima, durante e dopo l'adozione. In secondo luogo si chiede di semplificare le procedure burocratiche verso l'adozione per ridurre i tempi di attesa, che oggi sono in media di due anni. "Occorre limitare per legge il numero di incontri psicologici e rendere perentori i termini della procedura", sottolinea il presidente di Ai.bi.
(Wel/ Dire)