MA INTERNET NON È 'TATA', E PIAZZA VIRTUALE MENO SICURA DI REALE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 31 gen. - "Regole si', oscurare
il web no". In sintesi e' questo il pensiero del vicequestore
Elvira D'Amato, del centro Nazionale per il Contrasto alla
pedopornografia sulla rete presso il servizio della Polizia
postale. Le ultime notizie di cronaca, arresti e denunce contro
pedofili che adescano minorenni o che scaricano filmati di abusi
su vittime molto spesso piccolissime, spesso attraverso internet,
impongono una attenzione sempre alta contro una piaga come
appunto quella della pedopornografia. "Ma non va demonizzato
internet- spiega- anzi. Servirebbero delle regole per permettere
ai giovani un utilizzo sicuro di questo mezzo". Sull'utilizzo del
web il piu' possibile sicuro vigila proprio la Polizia postale:
"Abbiamo ottime legislazioni- prosegue D'Amato- grazie a nuove
leggi su questa materia la nostra attivita' investigativa ne puo'
solo beneficiare. Lo confermano i nostri risultati della lotta al
contrasto alla pedofilia, letteralmente raddoppiato negli ultimi
due anni, dal 2010 ad oggi".
La lotta agli abusi passa anche attraverso il riconoscimento
delle vittime: "Non sempre facile- spiega- Abbiamo persone
dedicate proprio a questo. Negli ultimi dieci anni ne avevamo
identificate molto poche, si contavano sulle dita di una mano.
Oggi siamo almeno a venti". Da luglio dello scorso anno la
Polizia ha un collegamento diretto con la banca dati delle
immagini dell'Interpool. "E i risultati si vedono". Internet e i
giovani: un connubio sempre piu' forte, come conferma lo stesso
vicequestore: "I giovani 'nativi digitali' non vede piu' la
tecnologia come un semplice strumento- continua- E' ormai un
qualcosa che fa parte di lui. Ormai bisogna prendere atto di un
cambiamento di costumi. Prendiamo i social network, ad esempio
Facebook. Vietato ai minori di 13 anni, ne vediamo dentro al
contrario molti, che spesso barano sull'eta'. entrano nei siti
che poi riempiono di proprie informazioni, a partire dalle foto.
Ma servono delle regole per evitare che facciano proprio questo.
Non oscurare, ma dare delle regole". In questo importante e' il
comportamento delle aziende, o dei gestori di siti, di social
netwrok: "E' importante che una azienda si doti di 'sentinelle',
che ci siano dei filtri in rete come ormai sta succedendo".
Negli ultimi tempi c'e' stata una discreta impennata di
notizie riguardanti abusi sui minori. Una casualita'? "No. Il
minore di accosta al web, a questo o a quell'altro sito, per
curiosita'. Ma e' come se si mettesse in vetrina, comincia a
scimmiottare i modelli che offre la tv, le pubblicita'. C'e' una
evoluzione del costume sessuale, del buon gusto. Se il minore sta
ore e ore sul web, il rischio 'incontri' con i pedofili aumenta".
Questo perche', spiega ancora D'Amato, "ora e' lo stesso minore
ad essere attratto dall'adulto, dalla persona grande, gli piace
provocare, lo vede come un gioco". Quindi sono aumentati i casi
di abusi? Non e' proprio cosi'. La differenza e' che ora c'e' un
maggiore ricorso da parte delle vittime "a genitori e Polizia. Si
esce di piu' allo scoperto, si previene".
In chiusura il vicequestore lancia un appello ai giovani:
"Ricordiamoci che non esiste un Paese messo meglio o peggio. Come
non esiste una categoria maggiormente a rischio o di meno,
neanche piu avvezza a un certo tipo di crimine. L'unica cosa,
tanto piu' che non ci sono segnali e categorie predestinate, e
quella di non vedere il mostro dovunque". Ai genitori, invece,
dice: "Non bisogna trattare la tecnologia come una 'tata' per i
figli: la piazza virtuale e' meno sicura di quella reale".
(Gas/ Dire)