(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 feb. - Nei giorni scorsi il
comune di Roma ha ripreso il piano degli sgomberi che ha
coinvolto le comunita' rom e sinte della capitale. Si tratta
della prima importante azione successiva alla sentenza del
Consiglio di Stato che aveva dichiarato la "illegittimita'" dello
stato di emergenza riferito alla presenza degli "insediamenti di
comunita' nomadi".
L'Associazione 21 luglio ricorda che "venerdi 24 febbraio le
forze di polizia hanno proceduto allo sgombero di un insediamento
informale in zona Laurentina - Acqua Acetosa Ostiense e alla
distruzione di alcune abitazioni abitate da famiglie rom in zona
Tor Sapienza. Ieri, lunedi' 27, sono state abbattute una dozzina
di baracche vicino all'insediamento di via del Baiardo e circa 60
persone tra cui donne e bambini sono state allontanate. Il
presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio
Santori le ha definite 'presenze invadenti e sgradevoli'.
Prosegue anche oggi la distruzione delle abitazioni in
prossimita' di via del Baiardo". L'Associazione 21 luglio ha piu'
volte segnalato come "le azioni di sgombero condotte dalle
autorita' romane fossero svolte in maniera illegale e senza
rispettare quanto stabilito da norme e convenzioni
internazionali. Recentemente autorevoli voci hanno denunciato le
gravi violazioni riscontrate in Italia". Nel gennaio 2012, il
Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha constatato come la
situazione dell'Italia non e' conforme all'articolo 31 (Diritto
all'alloggio) della Carta Sociale Europea. Per il Comitato
infatti "le misure prese dalle autorita' pubbliche [ndr.
italiane] per migliorare le condizioni di abitative
particolarmente precarie per la maggior parte dei Rom in Italia
sono inadeguate "le iniziative intraprese per ridurre il numero
dei senza-fissa dimora sono insufficienti" e "le operazioni di
polizia negli insediamenti rom e sinti non sono state condotte
nel rispetto della dignita' delle persone e i soggetti
responsabili della distruzione degli oggetti personali (...) non
sono stati sempre oggetto di inchieste ne, una volta
identificati, sono stati condannati per le loro azioni".
E anche la Commissione europea contro il razzismo e
l'intolleranza (Ecri), in un rapporto pubblicato il 21 febbraio
2012, ha esortato "le autorita' italiane a garantire a tutti i
rom che possono essere sgomberati dalle loro abitazioni il
rispetto di tutte le garanzie previste dal diritto internazionale
in materia" sottolineando "che le persone interessate devono
essere avvertite preventivamente di ogni progetto di espulsione
dalle loro abitazioni e devono godere di una protezione giuridica
adeguata, ne' devono essere espulse dalle loro abitazioni senza
che sia offerta loro la possibilita' di essere rialloggiate in
abitazioni decenti". Cosi' l'Associazione 21 luglio esprime
"profonda preoccupazione per le azioni che l'amministrazione
comunale sta attuando negli ultimi due anni allontanando, in piu'
di 400 sgomberi forzati e con un altissimo costo economico (piu'
di 6 milioni di euro), le comunita' rom dagli insediamenti
informali con il fine esclusivo di spostarle da una parte
all'altra della citta' fino al successivo, inutile, inefficace e
illegale sgombero".
Per questa ragione l'associazione, domenica 4 marzo (ore 18,00),
presso il teatro Valle Occupato di Roma, lancera' l'appello
nazionale "Il diritto all'alloggio non si sgombera". All'appello,
come primi firmatari, hanno gia' aderito intellettuali italiani,
scienziati e artisti riconosciuti e apprezzati per il loro
impegno sociale. "L'appello - conclude la 21 luglio - promuove
una mobilitazione della societa' civile italiana contro le azioni
che il comune di Roma, violando i piu' elementari diritti umani e
incurante delle raccomandazioni europee, sta pianificando da
tempo contro le comunita' rom e sinte".
(Wel/ Dire)