(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 feb. - "Oggi il 50% di tutta
la popolazione mondiale vive in aree urbane ed entro la meta' di
questo secolo arrivera' a oltre due terzi. Questo rapporto e'
dedicato a bambini e ragazzi che vivono negli ambienti urbani di
tutto il mondo; sono piu' di un miliardo e il loro numero
continua ad aumentare". E' quanto ha dichiarato il presidente
dell'Unicef Giacomo Guerriera durante la presentazione di "Figli
delle citta'", il rapporto sulla condizione dell'infanzia nel
mondo 2012, in contemporanea in tutto il mondo e in Italia a
Roma, alla presenza del presidente del Senato Renato Schifani e
del Goodwill Ambassador Alberto Angela.
L'urbanizzazione, spiega il rapporto, lascia centinaia di
milioni di bambini che vivono nelle citta' senza accesso ai
servizi di base. Ogni anno la popolazione urbana aumenta di circa
60 milioni di persone. L'Asia ospita la meta' della popolazione
urbana mondiale, nonche' 66 delle 100 zone urbane che crescono
piu' rapidamente. Eppure, circa un terzo della popolazione urbana
mondiale gia' oggi vive negli slum - e in Africa questa
percentuale sale al 60% - dove si concentrano poverta',
emarginazione e discriminazione. Entro il 2020 quasi 1,4 miliardi
di persone vivranno in insediamenti non ufficiali e negli slum".
Quando pensiamo alla poverta' "le immagini che tradizionalmente
ci vengono in mente sono quelle dei bambini nei villaggi rurali",
ha detto il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake (nella
presentazione da Citta' del Messico). "Oggi, sempre piu' bambini
vivono negli slum e nelle baraccopoli e sono tra i piu'
svantaggiati e vulnerabili al mondo, privati della maggior parte
dei servizi di base e del diritto di crescere bene. Escludendo
questi bambini che vivono negli slum non solo li priviamo della
possibilita' di sviluppare il proprio potenziale, ma priviamo
anche le loro societa' di benefici economici che derivano da una
popolazione urbana in buona salute e ben istruita". Le citta'
offrono a molti bambini scuole, ospedali e parchi gioco. Le
stesse citta', in tutto il mondo, presentano anche una serie di
disparita' in termini di salute, istruzione e opportunita' per i
bambini. In molte regioni, le infrastrutture e i servizi non
tengono il passo della crescita urbana, cosi' i bisogni di base
dei bambini non vengono soddisfatti. Le famiglie che vivono in
poverta' spesso pagano molto di piu' per dei servizi scadenti.
Per esempio l'acqua nei quartieri piu' poveri, dove i residenti
devono acquistarla da venditori privati, puo' costare 50 volte di
piu' che nei quartieri ricchi, dove le case ricevono l'acqua
direttamente tramite le condutture. Per l'Unicef e' essenziale
concentrarsi sull'equita', raggiungendo i bambini piu' poveri
dovunque essi vivano. L'Unicef chiede con forza ai governi di
mettere i bambini al centro dei piani urbanistici e di ampliare e
aumentare i servizi per tutti, cominciando con l'avere a
disposizione dati piu' accurati e piu' specifici per identificare
e colmare le disparita' tra i bambini nelle aree urbane.
Nell'ambito delle buone pratiche, il Rapporto da' grande
spazio all'iniziativa internazionale "Citta' amiche dei bambini",
lanciata dall'Unicef e da Un-Habitat, che rappresenta la prima
partnership tra tutte le parti interessate e mette i bambini al
centro dell'agenda urbana. "Oggi, ci sono piu' di 300 sindaci
italiani nominati 'Difensori dell'Infanzia' dai Comitati
Provinciali per l'Unicef, , con l'impegno di realizzare i '9
passi per costruire una citta' amica dei bambini', il quadro di
riferimento dell'Unicef Internazionale per tutte le
amministrazioni comunali del mondo", ha ricordato il presidente
dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera. "L'urbanizzazione e' una
realta' della vita e noi dobbiamo investire di piu' nelle citta',
focalizzando maggiormente l'attenzione nel fornire servizi ai
bambini che piu' hanno bisogno", ha concluso Lake, direttore
generale dell'Unicef.
(Wel/ Dire)