(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 feb. - Chi guarda da lontano
a un paese come la Tanzania puo' facilmente incorrere in un
pregiudizio "miserabilista", che ce lo fa immaginare come un
mondo ai limiti della sussistenza, privo di risorse e
infrastrutture, affamato e assetato, in cui la poverta' estrema
e' un fenomeno endemico che riguarda la totalita' della
popolazione. Ebbene, non e' proprio cosi'.
Una simile visione, che tra l'altro distingue poco tra paese e
paese di quello sconfinato continente che e' l'Africa, e' frutto
di decenni di informazione sommaria, e qualche volta tendenziosa,
di cui purtroppo anche alcune organizzazioni non profit portano
delle responsabilita'. La Tanzania e' invece un grande paese,
ricco di risorse e potenzialita', che da decenni ha afferrato il
proprio destino e che si e' avviato sulla strada della dignita' e
dello sviluppo. Anche se il tasso di crescita del prodotto
interno (che negli ultimi anni ha viaggiato a una media di quasi
il 7%), non si traduce ancora in maggiore equita' sociale e pari
opportunita' per tutti, soprattutto per i soggetti piu'
svantaggiati e fragili. I dati ufficiali dell'Ufficio Nazionale
di Statistica della Tanzania, sono una fonte di informazioni
molto importante. Ma, come tutti i dati ufficiali, anche questi
vanno presi con cautela. Soprattutto se si spingono a tracciare
trend di crescita e di sviluppo che potrebbero nascondere un
eccesso di ottimismo sul presente che raccontano e sul futuro che
immaginano. In ogni caso i problemi piu' attuali di fronte ai
quali il paese si trova, emergono chiaramente.
DENUTRIZIONE: Pubblicato nel 2010, lo studio sullo stato di
sviluppo del paese (in cui e' presente un focus sul
raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio), ci da'
modo di scoprire, ad esempio, che su 100 bambini sotto i 5 anni
piu' di 15 sono ancora denutriti, e sono molto di piu' le bambine
dei bambini a soffrire di una insufficiente alimentazione. È un
dato certamente allarmante, soprattutto perche' e' indice di una
disparita' di trattamento tra maschi e femmine che il paese dura
fatica a superare. Ma se confrontiamo questo indicatore con la
situazione del 2008, notiamo che in soli due anni la percentuale
si e' ridotta di 6 punti percentuali, passando dal 22% al 15,8%.
SCUOLA: Per quanto riguarda l'istruzione primaria universale, nel
2010 l'80% dei bambini frequenta le scuole primarie, in questo
caso con un buon rapporto tra maschi (78%) e femmine (82%). Nel
1990 solo la meta' dei bambini godeva di un'istruzione primaria.
SALUTE: Una situazione simile la riscontriamo anche per quanto
riguarda la mortalita' infantile: nel 2008 su 1.000 bambini, 112
morivano prima dei 5 anni; i dati del 2010 invece riportano un
tasso di mortalita' di 81 bambini su 1000. Ancora un'enormita',
rispetto alla situazione media in occidente, ma un balzo in
avanti rispetto al recente passato: il miglioramento delle cure e
de servizi all'infanzia fanno ben sperare per il futuro. Stesso
discorso vale per la mortalita' delle madri da parto, passata da
578 (2008) a 454 (2010) decessi su 100.000 bambini nati. E'
migliorata l'organizzazione dei servizi sanitari. E'
sensibilmente aumentato il numero delle donne che ricorrono a
strutture sanitarie e figure professionalmente formate per
l'assistenza al parto.
(Wel/ Dire)