SUCCEDE A ISTITUTO DI MESTRE, LUNEDÌ E MARTEDÌ SARANNO IN SENATO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 feb. - 'Norme per la corretta
utilizzazione della rete internet a tutela dei minori'. È il nome
della proposta di legge che 25 studenti della terza B
dell'istituto tecnico per il turismo Gritti di Mestre, 16 anni
l'eta' media, presenteranno il 27 e 28 febbraio, quindi lunedi' e
martedi', in Senato. Per far capire il pensiero di questo gruppo
di ragazze e ragazzi, che nell'iniziativa saranno guidati dal
professor Ernesto Brun, docente di Diritto, una loro frase: "I
cosiddetti nativi digitali non hanno coscienza della diversita'
tra mondo reale e mondo virtuale, per costoro non c'e' differenza
tra web dentro e fuori".
Scrive la Nuova Venezia che la classe del Gritti ha superato
una decina di istituti nel progetto nazionale promosso dalla
Camera dei deputati, dal Senato della Repubblica e dal ministero
della Pubblica Istruzione. L'istituto non e' nuovo a queste
esperienze: e' la terza volta che il Gritti vince il concorso, le
altre nel 2007 e nel 2009, quando ha sbaragliato una cinquantina
di scuole del Veneto. "Quando sono connessi in rete- scrivono gli
studenti- i ragazzi sono sinceri ma soprattutto esposti alle
proprie debolezze caratteriali e confidenziali. Purtroppo non si
tratta piu' di un diario segreto personale ma di un resoconto
pubblico delle proprie emozioni e aspetti intimi della propria
vita da condividere con amici che si conoscono ma in alcuni casi
condivisi con sconosciuti presenti in chat e in Facebook".
"Obiettivo prioritario di questo disegno di legge- riportano
ancora gli studenti della terza B dell'istituto tecnico per il
turismo Gritti di Mestre- deve essere quello di imporre delle
regole sull'uso sempre piu' massiccio che fanno i giovani di
internet".
E i giovani chiedono aiuto a tutti: famiglie, scuola, Stato.
Gli allievi della terza B propongono anche pene: il comma 2
dell'articolo 4 recita: "E' fatto divieto di fotografare un
minore intento in atti sessuali o comunque svestito che comporti
la diffusione di materiale pedopornografico che prevede una pena
detentiva dai 6 ai 12 anni".
Il professor Brun spiega come e' nata l'idea: "Ho due figli,
il piu' grande di 13 anni sta facendo il profilo facebook, la
ragazza di 9. Ho spiegato pericoli e tradimenti di Internet come
fa un papa' ai propri figli. Da li' e' nata l'idea. L'obiettivo
e' regolamentare, non demonizzare. Cosi' come l'obiettivo del
progetto e' trasmettere ai ragazzi il messaggio che c'e' un
Parlamento e c'e' una democrazia". Inoltre a Roma gli alunni
della scuola mestrina faranno anche interrogazioni parlamentari:
12, per la precisione. Una su tutte, la prima: "Onorevoli
senatori, vi chiediamo: cosa intende fare lo Stato o l'attuale
Governo per il nostro futuro?".
(Gas/ Dire)