(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 feb. - Sono di 372.904.853
euro le entrate dichiarate alla fine del 2010 dalle
organizzazioni non profit per finalita' internazionale, di questi
98.279.032 sono quelle derivanti dal contributo dei cittadini per
il sostegno a distanza (il 26% sul totale). Lo dice uno studio
dell'Agenzia del Terzo settore, presentato oggi a Roma, che ha
l'obiettivo di delineare un quadro informativo completo sul
sostegno a distanza. In tutto sono 111 le Onp coinvolte nella
rilevazione: la maggior parte si trova nel Nord Italia
(soprattutto in Lombardia), mentre un altro gruppo significativo
e' presente nella provincia di Roma. "Le Onp in questione, pur
non rappresentando l'intero universo delle organizzazioni attive
in Italia nel settore del sostegno a distanza (SaD), possono
essere considerate significativamente rappresentative del
panorama associativo italiano - spiega il rapporto - in virtu'
della loro storia, della riconosciuta esperienza, della
notorieta' e del peso economico di buona parte delle stesse". Per
quanto riguarda le risorse umane operanti nel settore SaD
all'interno delle 111 Onp in questione, risulta che il 78,8 %
delle persone attive e' volontario, mentre solo il 9,9% e'
costituito da personale dipendente. L'11,3% e' classificato come
"altro", si fa riferimento cioe' a soggetti diversi quali:
collaboratori, consulenti, persone in servizio civile. La figura
femminile prevale sia tra i dipendenti (68%) che tra i volontari
(59%). Dai dati risulta che i proventi complessivi derivanti dal
SaD sono allo stato attuale una delle molteplici componenti dei
proventi totali, nonostante che fra le organizzazioni presenti
nell'elenco circa la meta' abbia dichiarato che il sostegno a
distanza e' l'attivita' prevalente o principale. "Questo elemento
potrebbe significare che il SaD rappresenta un settore molto
specifico all'interno del piu' ampio ventaglio di attivita' della
solidarieta' internazionale - si legge nell'indagine - un
segmento ben distinto e di valore, che tuttavia per alcune Onp
non risulta essere lo strumento determinante". Nello specifico
emerge che per 34 Onp i proventi derivanti dal SaD rappresentano
meno del 20% del totale delle entrate (SaD marginale); per altre
34 l'apporto SaD incide tra il 21% e il 49% (SaD secondario). Il
SaD e' prevalente (incide tra il 51% e l'80%) per 28 Onp ed e'
principale per altre 15 per le quali esso rappresenta oltre l'80%
delle entrate complessive.
Dalla dichiarazione relativa ai proventi e ai ricavi totali,
le Onp sono state classificate per dimensione economica in
quattro categorie: piccole (per un totale di 39 Onp con entrate
totali annue inferiori ai 250.000 di euro); medie (30 Onp con
entrate annue comprese tra 250.000 e 1 milione di euro); grandi
(33 Onp con entrate totali annue comprese tra un milione e 10
milioni di euro) e "big" (9 Onp con entrate totali annue
superiori ai 10 milioni di euro.). La maggioranza delle Onp
adotta quale strumento di accountability il bilancio di esercizio
(79%), mentre il rendiconto gestionale e' adottato dal 23%. Il
40% redige anche il bilancio sociale. L'89,8% delle
organizzazioni e' in grado di evidenziare nei documenti contabili
le entrate e le uscite derivanti esclusivamente dal settore SaD.
Per quanto riguarda la quota media annua richiesta ai sostenitori
per l'attivazione di ogni sostegno, i dati raccolti indicano che
tale quota varia da un minimo di 225 euro a un massimo di 338,
con una media stimata di 282 euro. Come modalita' di pagamento
delle quote SaD si conferma predominante l'uso del bollettino
postale (45,7%). La seconda modalita' utilizzata risulta essere
il bonifico bancario (42,1%). Risultano invece di carattere
marginale le forme di pagamento maggiormente automatizzate o
strumenti prettamente commerciali (carta di credito). "Se da un
lato queste scelte possono essere interpretate come una
preferenziale predisposizione del cittadino ad essere attore
esclusivo della sua solidarieta', andando di persona a versare la
propria quota, dall'altro questo risultato si potrebbe leggere
come rifiuto a ricorrere a quegli strumenti che, pur
semplificando la vita dei cittadini, delegano alle Onp o ad altri
intermediari il compito di gestire la generosita' e la
solidarieta' dei privati, trasformando il gesto solidale in uno
dei tanti automatismi della nostra quotidianita'. Potrebbe
esserci, infine, anche una certa ritrosia ad abbandonare la via
vecchia per strade piu' moderne e telematiche dovuta a scarsa
conoscenza, poca familiarita' o diffidenza".
(Wel/ Dire)