NON PAGHI? E IO TI BOCCIO, È GUERRA SU CONTRIBUTI FAMIGLIE
SKUOLA.NET: RITORSIONI PER CHI NON VERSA QUELLI 'VOLONTARI', CHIESTI FINO 300 EURO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 feb. - Il contributo sarebbe
volontario, ma molte scuole, di fatto, lo impongono. Anche
quest'anno ci sono istituti che tormentano i genitori che non
versano il cosiddetto contributo volontario su cui ormai le
scuole contano per poter mandare avanti la baracca ma che
dovrebbe essere spontaneo. A rimettere il dito nella piaga e'
Skuola.net con l'indagine 'Se non paghi ti boccio' che ha
ricevuto numerose segnalazioni da parte degli studenti e
genitori. Il sito ha ricevuto oltre cento segnalazioni.
Al Fazzini Mercanti di Napoli dalla segreteria, secondo quanto
riporta Skuola.net, minacciano ripercussioni sul voto in condotta
se non si paga il contributo scolastico. L'importo richiesto e'
di 80 euro all'iscrizione e si ricorda che "la mancata
presentazione" sara' "considerata un'infrazione disciplinare a
tutti gli effetti, con ripercussioni sulla valutazione del
comportamento e quindi, sulla media dei voti e sull'ammissione
alla classe successiva". Tradotto in termini pratici, una
minaccia che lascia intravedere alle famiglie ripercussioni sul
voto dei figli e addirittura sulla promozione.
Ma sono decine le segnalazioni giunte delle famiglie, che la
lamentano, dicono dal portale, "non solo l'omissis in merito alla
natura volontaria del contributo, ma anche l'indicazione che
senza il pagamento del contributo la domanda di iscrizione non
puo' essere accettata. Cosi' molti, per evitare problemi ai
propri figli, decidono di pagare senza batter ciglio, con buona
pace del principio di gratuita' della scuola pubblica".Le cifre
in alcuni casi non sono contenute, si arriva anche a punte di 300
euro, per esempio all'Ipsar Tor Carbone di Roma. In questo
istituto c'e' poi una singolare doppia tariffazione: 240 euro per
tutti, che diventano 300 euro per i ripetenti. Tuttavia non e' il
solo istituto alberghiero a costare quasi quanto una retta
universitaria: allo Stringher di Udine chiedono ben 250 euro, nei
quali non sono nemmeno comprese le divise, che si pagano a parte
e costano altri 160 euro.
In questo contesto il ministero della Pubblica Istruzione si
e' dimostrato attento e sensibile sul tema, accogliendo gia' in
passato un dossier contente circa 60 segnalazioni di
irregolarita' giunte alla redazione di Skuola.net. Il capo di
dipartimento Giovanni Biondi ha inviato una lettera ai direttori
di ben 13 Uffici scolastici regionali per avviare le verifiche.
Ma non molto sembra essere cambiato. Cosi' anche quest'anno
Skuola.net si appresta a consegnare al ministero un dossier con
un centinaio di nuovi casi. Tuttavia la disciplina in merito e'
molto chiara, come si puo' leggere nelle pagine del sito del
Miur: 'In ragione dei principi di obbligatorieta' e di gratuita',
non e' consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori
di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attivita'
curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo
scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi
i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie
medesime'(http://www.istruzione.it/web/hub/urp/lo-sai-che#fam2).
La mancanza di chiarezza da parte delle scuole, inoltre,
danneggia doppiamente le famiglie. Infatti per godere delle
detraibilita' del contributo ai sensi della legge Bersani,
bisogna che lo stesso riporti nella causale la seguente dicitura
"erogazione liberale" specificando almeno una delle seguenti
motivazioni: "per l'innovazione tecnologica", "per l'ampliamento
dell'offerta formativa" o "per l'edilizia scolastica"."Skuola.net
lancia un grido d'allarme- spiega Daniele Grassucci, il
responsabile delle Relazioni esterne- affinche' la pubblica
opinione sia consapevole del fatto nella realta' pratica, sulla
scuola pubblica, si sta materializzando una tassa occulta
peraltro iniqua perche' non proporzionale ne' ai consumi (come
l'Iva) ne' al reddito (come la maggior parte delle aliquote
fiscali) ne' al valore del bene/servizio (come le imposte sugli
immobili). Sono convinto che la strada del rispetto delle norme e
quindi della chiarezza sarebbe preferibile: sapere esattamente
cosa e' obbligatorio pagare, cioe' l'importo dei rimborsi spese,
e cosa invece e' volontario. Un genitore che ne ha la
possibilita' pagherebbe anche piu' di quanto richiesto se venisse
messo di fronte ad una rendicontazione chiara dei servizi e delle
spese coperte col contributo volontario. Infatti il contributo,
in quanto erogazione liberale, e' detraibile dalle tasse ai sensi
della legge 40/2007".
(Ami/ Dire)
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