(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 feb. - "Il trasferimento
voluto dal Comune di Roma dei rom dal campo Casilino 900 al
villaggio attrezzato di via di Salone ha impedito ai minori rom
una regolare frequenza scolastica". A denunciarlo e'
l'associazione 21 luglio che ha presentato un'azione legale
risarcitoria, per circa 400.000 euro in tutto, promossa da una
famiglia rom supportata dall'associazione 21 luglio e
dall'associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). "Si
tratta di un'azione civile contro la discriminazione- spiega
l'associazione- con cui si sottolinea come il trasferimento
voluto due anni fa dall'amministrazione comunale dal campo
Casilino 900 al villaggio attrezzato di via di Salone, abbia
impedito una regolare frequenza scolastica. Decine di minori a
causa del trasferimento, hanno subito la violazione del loro
diritto all'istruzione per la scarsa organizzazione del servizio
e per le difficolta' logistiche legate alla distanza dalle
scuole". La storia, in particolare, riguarda la frequenza
scolastica di una bambina che a causa del trasferimento ha dovuto
raggiungere la scuola a cui era iscritta grazie agli scuolabus.
Tuttavia, spiega l'associazione "il servizio di trasporto e'
carente e i bambini arrivano spesso in ritardo, anche di un'ora".
Molti minori, inoltre, vengono ripresi a scuola un'ora prima,
saltando cosi' complessivamente due ore di lezione. Per due anni,
spiega l'associazione, la bambina ha saltato lezioni di
matematica e italiano. "Ravvisando un comportamento
oggettivamente discriminatorio da parte del Comune di Roma-
spiega l'associazione- i ricorrenti chiedono di accertare e
dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento del
Comune di Roma, di rimuovere gli effetti e di condannare il
Comune di Roma a risarcire il danno determinato suggerendo la
somma di mille euro al giorno (per un totale appunto, qualora
venissero riconosciute le responsabilita', di circa 400 mila
euro) a decorrere dalla prima settimana di febbraio 2010, data
del trasferimento nel villaggio attrezzato di via di Salone". Il
ricorso, spiega infine l'associazione, "rappresenta un'azione
legale pilota che potrebbe avere importanti conseguenze per le
future politiche che verranno intraprese dall'amministrazione
comunale nei confronti della comunita' rom e sinti di Roma".
(Wel/ Dire)