(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 feb. - L'epilessia fa ancora
paura. E chi ne soffre, se possibile, preferisce nasconderla. La
malattia nelle sue varie forme colpisce 1 italiano su 10, ma nel
70% dei casi puo' essere tenuta sotto controllo grazie ai
farmaci, che permettono di condurre una vita del tutto normale.
Nonostante questo, pero', "l'epilessia fa ancora paura", come
spiega Rosa Cervellione, presidente della Federazione italiana
epilessie (http://www.fiepilessie.it/). "le persone che ne
soffrono si nascondono, vivono nell'angoscia che una crisi sveli
la loro condizione". E' necessario invece uscire "Fuori
dall'ombra", e non a caso e' questo il titolo del convegno che la
Fie organizza sabato 18 febbraio a Bologna, in occasione del
secondo European Epilepsy Day. La giornata sara' dedicata in
particolare alla disinformazione che circonda la malattia. "C'e'
molta ignoranza", continua la presidente, "e molta
disinformazione su come comportarsi di fronte alle persone
colpite da crisi epilettica: molti pensano che si debba tenerli
stretti, infilargli qualcosa in bocca: sono miti da sfatare, che
possono rivelarsi molto pericolosi".
La paura che ancora circonda la malattia e' inevitabilmente
fonte di discriminazione sociale. Cervellione cita il caso di una
coppia con un figlio affetto da una grave forma di epilessia. "E'
il motivo per cui il tribunale dei minori di Milano ha negato
loro l'idoneita' all'adozione, quando tutte le perizie indicavano
come un elemento positivo la loro esperienza con la malattia". La
discriminazione comincia durante l'infanzia, "dalla scuola, dove
i bambini affetti da epilessia sono relegati in un angolo, alla
babysitter che si rifiuta di assisterli", continua la presidente
Fie. Da adulti, rivelare la propria condizione rende impossibile
trovare lavoro o, per chi un posto ce l'ha, fare carriera. "Cosi'
le persone affette da epilessia vivono nell'angoscia che una
crisi sveli la loro condizione". La discriminazione si fa sentire
anche nella burocrazia. Un esempio? Chi non ha avuto crisi per un
anno puo' ottenere la patente di guida, ma gli epilettici,
insieme a chi soffre di diabete, sono gli unici a dover
comunicare la propria condizione alla motorizzazione. "Una
condizione che non e' richiesta nemmeno a chi ha problemi di
alcolismo", conclude la presidente.
(Wel/ Dire)