UNIVERSITÀ HOKKAIDO: ATTENZIONE A BULLISMO E PROBLEMI RELAZIONE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 dic. - Un figlio che si sente cupo e irritato, ha comportamenti nervosi, non ha fame o mangia troppo, si sente 'lento' tutto il giorno, si stanca facilmente e non riesce a concentrarsi, probabilmente e' un figlio depresso. Lo conferma il professore Kenzo Denda, dell'Universita' di Hokkaido, che ha curato la realizzazione di un opuscolo sulla depressione dei bambini.
"Il numero di bambini con diagnosi di depressione e' aumentata negli ultimi anni- ha spiegato il professore in un recente articolo comparso sul 'The Daily Yomiuri'- forse a causa di vari fattori di stress ambientale, come il sovraccarico di informazioni, conflitti interpersonali a scuola, poverta' o problemi di altro tipo su cui non hanno il controllo". Secondo Denda, "i medici specialisti sono abituati a credere che i bambini non sperimentino la depressione perche' il loro ego non e' abbastanza sviluppato per preoccuparsi o deprimersi". Al contrario, ha sottolineato il professore, "i bambini hanno sbalzi d'umore proprio come gli adulti. Si preoccupano anche delle loro relazioni".
Il giornale giapponese ha ricordato che Denda nel 2003 fu a capo di una squadra che ebbe il compito di rilevare la depressione infantile. "Il loro studio mostro' che su 3.331 studenti delle scuole elementari e medie, 434 bambini, pari al 13%, aveva tendenze depressive". A marzo, secondo la testata di Tokyo, e' uscito un altro sondaggio realizzato dalla Prefettura di Hokkaido, che ha mostrato che "il 3,7% degli alunni della scuola primaria, terza elementare, il 13,3% degli studenti del secondo anno delle scuole medie e il 19,4% dei ragazzi del secondo anno delle scuole superiori hanno tendenze depressive". Per Denda, "la causa della depressione infantile si trova sia a casa che a scuola. Si tratta di cause a volte intrecciate con il bullismo a scuola, con problemi nelle relazioni interpersonali e di abuso (da parte dei genitori o di altri adulti)". La depressione infantile "e' di solito meno grave della malattia negli adulti- ha ribadito il neuropsichiatra infantile- cosi' e' spesso trascurata. In molti casi, gli specialisti prendono atto dell'insonnia o dell'eccesso di cibo, ma trascurano i sintomi della depressione". Per individuare la malattia in fase precoce, Denda suggerisce di prestare attenzione ai cambiamenti nello stile di vita di un bambino. Per esempio, osservare se non dorme sonni tranquilli o se mangia correttamente, se si sente giu' al mattino ma diventa energico la sera, se e' incapace di fare le cose che gli piacciono e di non essere in grado di pensare in modo appropriato.
Inoltre "non si dovrebbe cercare di allietare il bimbo- ha aggiunto Denda- bisognerebbe simpatizzare con i sentimenti propri del disagio e della angoscia ed essere pronti ad una cura che preveda un lungo periodo di tempo. I bambini hanno bisogno di una presenza amorevole che vegli su di loro". Quanto esposto dal professor Denda, che illustra la diffusione di un malessere sociale che si esplica in un abbassamento del tono dell'umore o depressione nell'infanzia, "fa comprendere come tante manifestazioni che vengono etichettate come patologie a se' stanti derivino da una situazione psichica- ha concluso Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO)- d'altro canto l'espansione delle problematiche comportamentali non puo' avere origini genetiche o neurologiche in un modo cosi' improvviso".
(Wel/ Dire)