INDAGINE PER "PREVENIRE CHIUSURA RAPPORTI" IN CASO DI DIVORZI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 dic. - Piu' di 100 famiglie romane (tra quelle reclutate nel campione soggetto alla ricerca), nel triennio 2008/2011, sono state interessate da situazioni di separazioni o divorzi (legali o di fatto) in cui l'alta conflittualita' tra coniugi ha determinato il rifiuto del genitore da parte del figlio. A essere 'rifiutati' risultano soprattutto i genitori di nazionalita' italiana e, nella maggioranza dei casi, i padri. Per quanto attiene all'eta' dei genitori, la maggior parte (59,3%) dei padri 'rifiutati' ha un'eta' compresa tra i 41 e i 60 anni, mentre l'eta' delle madri (51%) e' compresa tra i 26 e i 40 anni. Complessivamente sono stati coinvolti 158 minori (di cui 69 maschi e 82 femmine), per lo piu' figli unici (60,4%). Sono questi i dati piu' salienti contenuti nell'indagine conoscitiva 'Prevenire e curare la rottura delle relazioni genitoriali', condotta dal garante dell'Infanzia e dell'adolescenza della Regione Lazio, Francesco Alvaro, con la collaborazione della professoressa Marisa Malagoli Togliatti e della dottoressa Anna Lubrano Lavadera della Sapienza.
La ricerca (un estratto dal Report annuale del Garante di prossima pubblicazione) ha preso in esame le situazioni di rifiuto segnalate ai servizi sociali di 7 municipi romani (IV, VI, IX, XII, XIII, XV) con l'obiettivo di "individuare le caratteristiche socio-demografiche delle famiglie interessate". Contemporaneamente, grazie alla collaborazione con Tribunale ordinario e Tribunale per i minorenni, sono stati analizzati percorsi giudiziari, interventi prescritti dal giudice nel corso del procedimento e dopo l'adozione del decreto. Con riferimento a questi ultimi, in particolare, la strada seguita e' soprattutto quella del monitoraggio da parte dei Servizi (prescritto quasi nel 74% dei casi) e del ricorso allo 'spazio neutro' (circa nel 55% dei casi), ovvero ad un luogo 'altro' rispetto a quelli familiari in cui far incontrare il genitore e il figlio con il supporto di professionisti (psicologi, assistenti sociali, educatori).
"Il tema della conflittualita' genitoriale e' quanto di piu' indicativo per la comprensione delle diagnosi e dei trattamenti di minori raggiunti dagli interventi della magistratura minorile- ha sottolineato il garante dell'Infanzia, Franco Alvaro- Il contenzioso che spesso si protrae per moltissimo tempo mette in crisi tutto l'insieme delle risposte possibili da parte dei servizi territoriali, con esiti che a volte vedono i soggetti minori avviati ai servizi di accoglienza presso le case famiglia. Scaturisce dalla ricerca una necessita' di monitoraggio molto piu' attiva e diffusa sul territorio, unitamente a un problema di formazione molto piu' specifica e mirata: se si pensa a quante figure professionali ruotano attorno alla figura del minore coinvolto da situazione di conflittualita' da genitori, si evidenzia la necessita' di una omologazione di linguaggi e di obiettivi. Disperdersi in una ridda di ipotesi di intervento tra loro contrastanti e' quanto di piu' sconcertante si possa registrare in situazione di questa natura. Le istituzioni, nel loro insieme- ha concluso Alvaro- dovranno pervenire, senza compartimenti stagni, ad una gestione unitaria e condivisa delle modalita' di intervento unitamente, laddove possibile, a modalita' di ascolto del diretto interessato: il soggetto minore".
Secondo la professoressa Malagoli Togliatti, "le situazioni critiche esaminate nello studio ci permettono di ipotizzare che piu' che dalla patologia di un unico componente della famiglia sono caratterizzate dalla sofferenza di tutti i membri della famiglia e da un disturbo delle relazioni familiari. Gli interventi devono quindi tener conto e della sofferenza individuale di tutti, e del disagio interpersonale derivante dall'incastro relazionale disfunzionale che non e' stato risolto con la separazione. Altro elemento propositivo e' quello arrivare ad un maggiore coordinamento tra gli interventi della magistratura, dei servizi e dei professionisti coinvolti". (Wel/ Dire)