"PREFISSO 'EXTRA' LI COLLOCA FUORI DA COMUNITÀ CHE VITALIZZANO".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 apr. - "Un altro, vastissimo tema che anche tanti operatori ed esperti del settore hanno segnalato come urgente, e' quello che riguarda i minori di origine straniera, che vivono in Italia". Lo chiede il Garante per l'infanzia, Vincenzo Spadafora, nella Relazione annuale dell'Autorita' presentata oggi alla Camera.
"La frammentazione del sistema legislativo in materia di minori non accompagnati e la difformita' di applicazione delle norme sul territorio nazionale- spiega- la necessita' di prendere atto della presenza, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, di minori in transito verso il Nord Europa, che richiedono un approccio diverso e specifiche modalita' di accoglienza, l'esigenza di aumentare i posti riservati ai minori nel Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (lo Sprar), la possibilita' di sollecitare - anche livello europeo - un'interpretazione uniforme e puntuale del Regolamento Dublino II per i minori non accompagnati che chiedono protezione internazionale, il frequente allungarsi eccessivo dei tempi per l'apertura della tutela, la necessita' di garantire anche ai non italiani il diritto all'informazione e all'ascolto nella loro lingua madre, assicurando la presenza dei mediatori culturali, soprattutto nelle prime fasi dell'accoglienza, sono alcune criticita' che quotidianamente minano i diritti dei bambini e degli adolescenti stranieri".
"A cio' si aggiunge- sottolinea Spadafora- la non piu' rinviabile questione della cittadinanza ai 'nati in Italia ancora giuridicamente stranieri', come li ha definiti il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si e' fatto il piu' autorevole portavoce della loro legittima 'aspirazione' a diventare cittadini italiani. Al Parlamento sono state presentate diverse proposte di legge per modificare le norme sulla concessione della cittadinanza. Auspichiamo che presto si possa arrivare ad una legge che, nel rispetto della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e di altri trattati internazionali, attui pienamente il principio di non discriminazione nei confronti dei bambini che nascono in Italia da genitori stranieri, rispetto ai loro coetanei italiani con cui condividono tutto- conclude il Garante- studi, giochi, interessi ma non l'appartenenza a uno Stato che li fa sentire diversi e che, con quel prefisso 'extra', li colloca, di fatto, fuori da una comunita' che pure, alla stessa stregua dei loro amici, contribuiscono a costruire e vitalizzare".
(Fmu/ Dire)