IL DOCUMENTO DOVRA' ORA PASSARE AL VAGLIO DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 apr. - Accesso alla
cittadinanza per i figli di immigrati stranieri nati in Italia.
E' il principio dello ius soli alla base della proposta di legge
di iniziativa regionale che e' stata votata dalla Giunta
regionale delle Marche. Il documento dovra' ora passare al vaglio
dell'Assemblea legislativa e, in caso di approvazione, sara'
indirizzato alle Camere. La proposta di legge, fortemente voluta
dall'Assessorato ai Servizi sociali, intende facilitare l'accesso
alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se
anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel
territorio della Repubblica per almeno 5 anni. "Questo
consentirebbe- dichiara l'assessore Luca Marconi- di eliminare
un'ingiustizia sociale presente nel nostro Paese e nel contempo
di sostenere il processo verso una reale convivenza, in atto da
alcuni anni, tra le persone di origine diversa". La distribuzione
demografica della popolazione straniera evidenzia una
concentrazione nelle fasce di eta' piu' giovani: ha meno di 18
anni il 22% dei cittadini stranieri; un'eta' compresa tra 18 e 39
anni il 47%, mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il
30,7% e solo il 2,3% ha un'eta' superiore ai 65 anni. "Il
fenomeno migratorio- continua Marconi- non puo' piu' essere
considerato come evento straordinario ma e' ormai legato alla
necessita' di istituire, da parte degli stessi immigrati, una
serie di rapporti solidi con il territorio di riferimento, siano
essi di natura sociale, culturale o economica. I cittadini
stranieri contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo
dell'economia italiana e alla sostenibilita' del suo sistema di
welfare. Il bambino nato in Italia da genitore straniero vive nel
nostro Paese come tutti gli altri bambini, impara la lingua
italiana e frequenta la nostra scuola, acquisisce la nostra
cultura, le nostre abitudini e tradizioni, pur non essendo
cittadino italiano". La legge attualmente in vigore si basa
invece sul principio dello ius sanguinis e prevede tre modalita'
di accesso alla cittadinanza per coloro che sono di origine
straniera: per nascita (seppure questa costituisca una forma
residuale), per naturalizzazione e per matrimonio. Attualmente,
il minore nato in Italia da genitori stranieri acquista la
cittadinanza italiana solo dopo aver compiuto 18 anni e dovendo
dimostrare di avere risieduto regolarmente ed ininterrottamente
nel territorio della Repubblica sino al compimento della maggiore
eta'. Il cammino della regione Marche nel campo dell'integrazione
e dell'espressione di politiche di interazione e solidarieta' e'
di lunga data ed articolato. Negli ultimi mesi, sulla spinta dei
suggerimenti ricavati dalla IV Conferenza regionale
sull'immigrazione, il 12 giugno scorso a Pesaro, l'Assessorato
regionale ai Servizi sociali e all'Immigrazione, in
collaborazione con la Consulta regionale sull'Immigrazione, ha
promosso un ampio dibattito per la definizione del Programma
annuale regionale degli interventi a sostegno dei diritti e
dell'integrazione dei cittadini stranieri immigrati, che
comprende, tra i punti prioritari, l'istituzione di Scuole di
diritto ed educazione alla cittadinanza. "Queste rappresentano -
dichiara Marconi - opportunita' concrete per gli immigrati di
apprendere non solo la lingua italiana ma anche le leggi dello
Stato italiano, i propri diritti e doveri, le regole di
convivenza civile, per arrivare all'acquisizione di una
cittadinanza attiva e consapevole, obiettivo ultimo di questa
proposta di legge".
(Wel/ Dire)