LO STUDIO: MA UN ISTITUTO SU DUE ADERISCE A PROGETTI AD HOC.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 set. - La scuola italiana
prende appena la sufficienza in pagella in materia di
internazionalizzazione. La stroncatura arriva da 402 presidi e
896 docenti intervistati da Ipsos per conto della Fondazione
Intercultura e di Fondazione Telecom Italia.
Il 50% delle scuole italiane, secondo quanto rileva l'Ipsos
(oggi a Roma e' stato presentato il III Rapporto
dell'Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle
scuole e la mobilita' voluto da Intercultura), ha partecipato
nell'anno scolastico 2010/11 ad almeno a un progetto
internazionale, ma si allarga la forbice tra nord e meridione:
mentre Sud e Isole arretrano (dal 57% del 2009 all'attuale 47%),
il nord registra un buon incremento (ovest +3%, est +6%).
Il 23% delle scuole ha iniziato ad applicare il Clil (erano il
20% due anni fa), ovvero la docenza di alcune materie in lingua
straniera e il 39% degli istituti prevede l'insegnamento di tre
lingue, cinese compreso in alcuni rari casi. Un esercito di 4.700
studenti delle superiori (+34% in 2 anni) ha partecipato a un
programma di mobilita' individuale all'estero per un periodo
compreso tra i tre mesi e l'intero anno scolastico e 1 classe su
3 ha all'attivo un'esperienza fuori dai confini nazionali.
Eppure, la scuola italiana, in quanto a livello di
internazionalizzazione, a detta di presidi e insegnanti, merita
solo un risicato 6,3 in pagella, a causa delle grosse barriere
che ne frenano il processo.
I presidi intervistati da Ipsos lamentano la mancanza di fondi
e l'impossibilita' di ottenere dei finanziamenti (36%), ma
risentono anche della scarsa disponibilita' da parte dei prof
(20%), della carenza di tempo e dei problemi economici delle
famiglie (entrambi 10%).
Il limite principale per i docenti e' invece la conoscenza delle
lingue straniere, ritenuta carente per tre quarti degli
insegnanti intervistati (74%). La problematica piu' forte (40%)
e' l'atteggiamento di chiusura, in parte anche culturale, che di
fatto rende docenti e studenti piu' timorosi e insicuri rispetto
ai colleghi stranieri, seguita da quelle
burocratico-amministrative (29%) e dalla mancanza di risorse
(27%).
La percezione che i docenti hanno di se' e del proprio impegno
verso l'internazionalizzazione e' positiva, comunque, anche tra
quelli del sud (voto: 6,9), con alcune sfumature rispetto alla
lingua insegnata: il voto piu' alto se lo attribuiscono gli
insegnanti di lingue straniere, tra i piu' attivi nel processo di
internazionalizzazione (8,3), quello piu' basso i docenti di
materie umanistiche e tecniche (6,6).
"L'elemento cruciale per il processo di internazionalizzazione
delle scuole superiori- spiega Roberto Ruffino, segretario
generale della Fondazione Intercultura- sembra essere il momento
dell'iniziazione: occorre accompagnarle nella fase iniziale del
processo per dare loro modo di continuare il percorso in piena
autonomia".
"Fondazione Telecom Italia ha deciso di diventare partner di
Intercultura in questo progetto perche' si sposa pienamente con
le proprie finalita' istituzionali- ha aggiunto Fabio Di Spirito,
segretario generale di Fondazione Telecom Italia- L'incontro con
culture diverse, infatti, rappresenta una straordinaria
opportunita' formativa, soprattutto per i giovani. Apprendere
dall'esperienza personale che l'esistenza di nuovi modi di
pensare e comunicare non e' un fatto negativo, ma puo' favorire
l'apertura a nuove soluzioni e la capacita' di superare barriere
e ostacoli e' sicuramente un primo passo per sviluppare una
personalita' piu' forte e autonoma".
(Pic/ Dire)