(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 set. - Niente piu'
discriminazioni nei parchi divertimenti italiani per gli ospiti
con sindrome di Down. O quanto meno in quei parchi - sono tre -
che hanno condiviso e firmato il "Protocollo C+1 Entertainment"
predisposto dal CoorDown dopo un anno di lavoro e di confronto
con i principali parchi italiani, i costruttori delle attrazioni
e le Prefetture e i Vigili del Fuoco, responsabili della
sicurezza delle strutture.
Al Minitalia Leolandia di Bergamo, allo Zoomarine di Torvaianica
(Roma) e all'Aqualandia di Jesolo non si ripeteranno piu' le
scene quanto meno antipatiche e sgradevoli di persone con
sindrome di Down invitate dallo staff ad allontanarsi da una o
piu' attrazioni, a priori a loro "vietate" per motivi di
sicurezza. Episodi che nel corso degli ultimi anni sono stati
segnalati in molti parchi, ad iniziare da Gardaland, la struttura
che da questo punto di vista si e' dimostrata nel corso del tempo
la piu' severa: sollecitata a formulare un orientamento sul
Protocollo approvato, Gardaland al momento non esprime nessuna
posizione ufficiale, confermandosi un vero osso duro. Altrove
invece il Protocollo ha fatto breccia: oltre alla firma dei tre
Parchi menzionati, altre strutture - affermano al CoorDown - si
sono rese disponibili ad attuarlo in forma spontanea. E subito,
gia' domenica prossima, 2 ottobre, al parco Minitalia Leolandia
andra' in scena la prima applicazione assoluta del protocollo
d'intesa C+1, cosi' da poterne verificare gli aspetti e trarre
eventuali considerazioni procedurali e di merito: protagonisti
saranno oltre 200 persone fra ragazzi, accompagnatori e famiglie,
coordinati da tre associazioni, l'Aipd di Bergamo, l'Agpd di
Milano e il Dadi di Padova.
In breve, il Protocollo parte da due assunti-base: da un lato
non c'e' alcuna evidenza che le persone con sindrome di Down
abbiano comportamenti o reazioni in misura diversa dalla
maggioranza degli altri ospiti dei parchi di divertimenti,
dall'altro i rischi connessi all'utilizzo delle strutture anche
da parte delle persone con sindrome di Down possono trovare
copertura assicurativa sul mercato. I gestori insomma sono
coperti in caso di incidenti. Insomma, l'esclusione preventiva
degli ospiti con sindrome di Down non ha diritto di cittadinanza.
Ecco allora che il testo approvato prevede sempre il via libera
alle attrazioni per le persone con sindrome di Down accompagnate
da un adulto che sia stato informato su rischi e limitazioni e
che abbia firmato una dichiarazione di responsabilita'. Via
libera anche a chi non e' accompagnato: se si tratta di persone
maggiorenne con sindrome di Down le informazioni e le regole
saranno spiegate direttamente a lui, se si tratta di persona
minorenne sara' sufficiente consegnare il modello di
dichiarazione di responsabilita' firmata da un adulto. In ogni
caso, l'accesso all'attrazione puo' venire impedito solo se la
persona maggiorenne non accompagnata, dopo aver ricevuto le
informazioni, appaia "visibilmente incapace di comprenderne il
senso e di fornire ogni indicazione sullo stato di salute
fisica". In questo caso, e solo in questo caso, potra' essere
"inibito l'accesso alle attrazioni ritenute per regolamento
controindicate in presenza di patologie fisiche". Ma attenzione,
perche' se dal colloquio appare che l'unica controindicazione
all'uso dell'attrazione puo' derivare "dal pericolo di
comportamenti che possano esporre la persona con sindrome di Down
a pericolo per se' o per gli altri, questi sara' accompagnata
sull'attrazione da un operatore". In tutti gli altri casi, viene
rimarcato, "sara' consentito l'accesso alle attrazioni in
condizioni di parita' con gli altri ospiti".
Sul versante delle assicurazioni per i gestori dei Parchi, il
protocollo prevede che "qualora esso sia stato applicato, il
gestore non e' ritenuto responsabile, per il solo fatto di aver
consentito l'accesso alle attrazioni alle persone con sindrome di
Down, del comportamento o di eventuali incidenti che possono
accadere durante l'uso dell'attrazione, o qualora non vengano
rispettate le indicazioni fornite dal gestore o dal personale
nella gestione delle emergenze ed evacuazione. Un principio che,
viene sottolineato, dovrebbe essere formalmente riconosciuto
anche a livello legislativo. Il protocollo ha validita' fino al
31 dicembre 2011 ed e' previsto che venga rivisto alla luce dei
risultati ottenuti in questo arco di tempo.
(Wel/ Dire)