PESA L'ILLEGALITA': NEL 2007 14.931 MINORI COINVOLTI IN REATI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 set. - Crescere al sud e' una
corsa ad ostacoli. I problemi iniziano dall'asilo nido e
proseguono tra i banchi di scuola, con punte anche del 30% di
abbandono scolastico in alcune regioni. E' quanto emerge dalla
prima conferenza programmatica sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza nel Mezzogiorno promossa da Fondazione Con il
Sud e Save the Children, con cui si apre oggi a Napoli la tre
giorni "Con il Sud. Giovani e Comunita'". "Il 42% dei destinatari
finali degli interventi che sosteniamo si riferisce a minori - ha
sottolineato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il
Sud - Trovo singolare la relativa sottovalutazione del tema in
una fase in cui si mette al centro dello sviluppo il capitale
umano".
Sono 410 bambini e adolescenti che al sud vivono in condizioni
di poverta' assoluta, piu' in generale le famiglie con bambini
fanno invece i conti con una poverta' relativa doppia rispetto al
resto del paese. Su un totale di 1.876.000 minori che in Italia
vivono in condizioni di poverta' relativa, ben 354mila si
concentrano nella sola Campania. Le difficolta' cominciano molto
presto, dall'asilo nido: lafrequenza e' di4 volte inferiore alla
media nazionale e di 2 bambini su 100 in Campania e Calabria. Al
termine del percorso scolastico, invece, c'e' il muro della
dispersione con 3 studenti su 10 iscritti nei 5 anni precedenti
che mancano all'appello del diploma. Grande assente in questo
tragitto il tempo pieno, con un divario nord-sud enorme: nel
2008, nel Nord-Ovest, le classi a tempo pieno hanno raggiunto il
42,6%, nelle regioni del sud sono ferme complessivamente all'8,6%
per scendere al 7,1% nelle isole.
Tra gli ostacoli piu' gravi per i diritti dei minori al sud,
l'illegalita' diffusa nei 601 comuni ad alta densita' criminale
manifesta (il 37% del totale, 1.608) dove vive il 76% della
popolazione. Il coinvolgimento diretto dei minori in reati nel
2007 ha riguardato 14.931 casi. Anche sul fronte delle risorse il
quadro e' allarmante. Basti pensare che i fondi per gli
interventi sociali trasferiti dallo Stato centrale alle regioni
si sono ridotti tra il 2008 e il 2011 dell'85% (da 1.213,2
milioni 178,5). La spesa in Italia per l'educazione nel 2008
l'Italia si e' collocata al 29 posto su 34 paesi secondo le stime
dell'Ocse, con il 4,8% del Pil contro una media del 6,1%. Negli
ultimi cinque anni il Sevizio Civile nazionale ha visto ridursi
di oltre il 60% i finanziamenti con il conseguente decremento del
numero dei giovani in servizio, da 57.119 nel 2006 a 19.412 nel
2010.
"Le diseguaglianze nei diritti e nelle opportunita' per i
bambini hanno raggiunto al sud un livello inaccettabile, e se
guardiamo al loro futuro c'e' da essere molto preoccupati se oggi
3 giovani su 10 non sono in alcun modo occupati tra i 15 e i 34
anni - ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the
Children Italia - Al sud c'e' uno straordinario patrimonio di
esperienze, saperi e impegno per la tutela dell'infanzia,
vogliamo costruire un lavoro di rete che possa crescere nel
tempo, con un piano d'azione serio, un'agenda di impegni precisi
e misurabili per tutti i soggetti istituzionali, sociali ed
economici, solo cosi' possiamo avere la forza necessaria per
invertire la rotta". Tra le richieste lanciate oggi da Save the
Children quella di destinare da qui al 2013 parte della spesa dei
fondi strutturali europei a politiche di contrasto della poverta'
minorile, con misure per il sostegno delle strutture e dei
servizi per la prima infanzia, fondamentali per lo sviluppo dei
bambini in particolare se provenienti da contesti svantaggiati,
l'occupazione delle giovani donne e la riduzione della
dispersione scolastica.
Per creare 100.000 nuovi posti in asilo nido o strutture
educative per l'infanzia basterebbe solo il 7% dei 29 miliardi di
euro dei fondi strutturali non ancora impegnati - ha spiegato
Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the
Children - Ma per incidere profondamente sulle opportunita'
dell'infanzia al sud proponiamo di creare nei comuni ad alta
densita' criminale aree ad alta densita' educativa che, grazie a
risorse stanziate da regioni e ministero dell'Istruzione,
prevedano progetti per l'aumento del tempo scuola, lo sviluppo e
la formazione di una coscienza civile".
(Wel/ Dire)