ALTRIMENTI DOVREBBERO LICENZIARE LA METÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 set. - "Un insegnante che si
fa uno spinello ogni tanto e' compatibile con l'insegnamento?
Secondo me si', come avviene in tante parti del mondo. Altrimenti
dovrebbero licenziare probabilmente la meta' dei dipendenti
pubblici". E' quanto ha dichiarato, secondo una nota, Mimmo
Pantaleo, segretario Cgil Scuola, intervenuto a '24 Mattino' su
Radio 24, dove si parlava della possibilita' di fare i test
antidroga per gli insegnanti dopo il caso di un'educatrice che in
una scuola elementare di Firenze ha assunto eroina in bagno.
"Se si scoprisse che un insegnante e' drogato non puo'
insegnare, certo- ha aggiunto Pantaleo- ma vanno fatte
distinzioni tra uso di droghe leggeri e pesanti. Siamo pronti a
discutere dei test ma non se si ha in testa un meccanismo
automatico di esclusione. Va capita esattamente la condizione
psicologica dell'insegnante che dovesse fare uso di stupefacenti.
Bisogna vedere insomma se quell'insegnate ha l'attitudine
all'insegnamento indipendentemente o no dall'uso di stupefacenti.
E questo non lo si puo' fare con un semplice test antidroga. Non
mi piace il radicalismo e la logica dell'esclusione, altrimenti
estremizzando il discorso dovremmo dire a tutti gli studenti
italiani che fanno uso di droga che non possono piu' entrare
nelle aule. Introduciamo un criterio: vorrei una valutazione di
come si puo' stabilire la conseguenza della droga su una persona
rispetto alla possibilita' che questa persona insegni".
Nella trasmissione e' intervenuta anche l'assessore
all'Istruzione di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi, favorevole ai
test: "Non credo che chi fuma uno spinello sia poi pericoloso per
il bambino, siamo persone di mondo- ha detto l'assessore- Ma se
dal controllo emergesse che un insegnante o un educatore e' un
consumatore abituale, anche di spinelli, non va bene. Per quale
motivo c'e' bisogno dello spinello per sopravvivere? Poi non dico
che chi fuma uno spinello debba andare in galera. Ma non si puo'
nemmeno dire che quello non e' nulla".
(Wel/ Dire)