(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 set. - Torna con la sua
quarta edizione ''Educa'', manifestazione nazionale dedicata al
mondo della scuola e dell'educazione. Tra gli ospiti di
quest'anno ci sara' anche Anna Oliverio Ferraris, psicologa,
psicoterapeuta e docente di Psicologia dello sviluppo
all'Universita' La Sapienza di Roma.
Il suo ultimo libro si intitola "Stare a piedi nudi nel verde.
Giocare per imparare a vivere". Quanto e' importante questo
aspetto per i bambini I bambini sono molto vicini ai tempi della
natura, li amano.
L'ambiente naturale e' ricco, offre moltissimi stimoli, molti di
piu' di un videogioco, perche' il bambino si muove, tocca,
esplora, costruisce, inventa. C'e' una grossa consapevolezza di
questo nei paesi del Nord Europa, che cercano di potenziare il
gioco spontaneo e all'aperto. Anche da noi ci sono iniziative in
questo senso: Bolzano, ad esempio, e' attenta a rendere piu'
vivibile la citta' sia per gli adulti sia per i bambini. Il
futuro, quindi, non e' l'agora' di internet ma ridare spazi
verdi, rilassanti e stimolanti ai bambini.
Quali attenzioni occorre avere rispetto a una societa' imbevuta
di consumismo?
Bisogna anzitutto chiedersi di cosa ha bisogno un bambino e
distinguere i desideri reali dai bisogni indotti. Oggi tutti
vogliono vendere qualcosa ai piccoli. Una volta si diceva che non
si doveva disturbare i bambini al di sotto degli 8 anni, poi
questo limite e' stato abbassato a 6 anni, quindi a 4 e adesso
vogliono vendere anche al di sotto di un anno attraverso
programmi televisivi studiati per neonati. Sono cose aberranti.
Le mamme si preoccupano del look e si specchiano nelle figlie, le
vedono gia' grandi mentre, per la loro salute mentale, dovrebbero
consentire loro di giocare liberamente. Con uno slogan direi:
"Non creiamo Lolite, viva Pippi Calzelunghe".
Puo' indicare alcune strategie per affrontare questa situazione?
Bisogna capire quali siano i bisogni reali dei bambini: affetto,
protezione, autonomia, verde, spazi di gioco, bisogno di
socializzare con altri coetanei. Le depressioni adolescenziali
sono spesso legate alla mancanza di gioco nell'infanzia: quando i
bambini possono divertirsi due o tre ore all'aperto sono molto
piu' tranquilli. Una volta non si diceva "iperattivo" o "con
disturbi nell'attenzione", come fosse una patologia. Cio' e'
dovuto al fatto che vivono una vita inadatta a loro: vengono
tenuti come fossero dei piccoli adulti che possono stare in casa
seduti senza dare fastidio.
I bambini di oggi sono piu' davanti agli schermi che con gli
amici...
I bambini di oggi stanno in casa, sono spesso di fronte agli
schermi o giocano con i genitori. Va benissimo se gli adulti
giocano con i piccoli, ma i bambini devono anche giocare tra
coetanei perche' e' tutto un altro tipo di rapporto. Quando gioca
con un adulto, il bambino sa che un adulto e' saggio, interviene
se ci sono problemi, mentre quando e' con un coetaneo deve
impegnarsi perche' un gioco vada avanti: deve inventarsi delle
cose, rinunciare a certe pretese se vuole continuare ad avere dei
compagni di gioco... E' tutta un'altra situazione, nella quale
impara dinamiche sociali fondamentali. Di fronte a uno schermo,
invece, vede altri che fanno delle cose e non e' lui a farle in
maniera attiva. La mente di un bambino e' una mente concreta e
per imparare e provare soddisfazione deve poterle fare lui".
(Pic/ Dire)