(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 set. - Osman ha 62 anni e l'8
aprile 2011 si e' imbarcato con centinaia di altri profughi
africani dal porto di Tripoli per sfuggire alle bombe della Nato
che colpivano obiettivi a poca distanza dalla sua casa. Ha preso
con se' la moglie e i suoi cinque bambini ed e' partito,
affidando le sorti della famiglia alla clemenza del Mediterraneo
e al soccorso dell'Italia. Dopo un giorno di viaggio sono stati
salvati con gli altri occupanti della barca e portati dalla
Guardia Costiera a Lampedusa. Da qui trasferiti al Centro di
accoglienza per richiedenti asilo di Foggia e dopo cinque mesi
sono arrivati, due settimane fa, a Riace. Giusto in tempo per
l'apertura dell'anno scolastico. I figli di Osman contribuiscono
a evitare di chiudere le scuole del borgo calabrese per mancanza
di bambini.
Sembra che la storia raccontata con poesia da Wim Wenders nel
corto in 3D 'Il Volo' sull'accoglienza nel paesino della locride
debba ripetersi all'infinito. Il sindaco Domenico Lucano e'
felice di questo arrivo provvidenziale. "Senza di loro e senza
l'aiuto delle autorita' scolastiche non avremmo avuto le classi
quest'anno" - dice il primo cittadino. Osman e' somalo e parla un
italiano perfetto. Lo ha imparato in 40 anni di lavoro come
cuoco, barista e inserviente prima all'albergo Savoia di
Mogadiscio e poi in altre attivita' di ristorazione italiane
nella capitale libica, dove ormai viveva con sua moglie da 23
anni. "I bambini avevano paura delle bombe che scoppiavano sempre
piu' vicine alla nostra casa, eravamo in uno dei quartieri presi
di mira, cosi' abbiamo deciso di scappare - racconta - in Libia
vivevamo bene, con il mio lavoro guadagnavo 1000 dollari al
mese". A Riace comunque con il Sistema di protezione e di
accoglienza per richiedenti asilo non va male. La famiglia di
Osman e' composta di 7 persone per le quali lo Sprar mette a
disposizione 190 euro al mese ciascuno. In totale sono 1330 euro
al mese, con l'affitto della casa, le utenze e l'assistenza
legale pagate dall'ente.
"Mandateci nuclei familiari con tanti bambini", chiede con
forza il sindaco Lucano, che ha messo a disposizione per
l'emergenza Nordafrica 130 posti di cui una cinquantina ancora
disponibili, oltre a una comunita' di accoglienza temporanea per
14 minori non accompagnati. L'emergenza ha creato 65 posti di
lavoro regolare a Riace borgo, di cui 6 sono andati a dei
rifugiati e il resto ha creato una ricaduta occupazionale mai
vista prima nel paesino a rischio spopolamento.
Lucano vorrebbe poter tenere in paese anche i 14 minori arrivati
da Lampedusa in attesa del trasferimento in una comunita' di
seconda accoglienza. "Il ministero ci ha chiesto di aprire una
struttura ponte e l'abbiano fatto - spiega il primo cittadino -
ma io non sono d'accordo perche' cosi' il lavoro d'integrazione
viene annullato, con il parroco volevamo fare una scuola di
calcio under 18 ma non possiamo perche' non si sa quando i
ragazzi saranno traferiti". A Riace, i minori non accompagnati
sono arrivati il 19 agosto e seguono una scuola d'Italiano
attrezzata al primo piano dell'edificio scolastico con orario 8 -
12.30. Hanno un servizio mensa che impiega 8 persone di Riace per
la cucina, la lavanderia e la pulizia degli appartamenti sulle 24
ore. Ci sono assistenti sociali e interpreti.
(Wel/ Dire)