(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 set. - Adottare e' piu'
difficile. Ma la colpa in questo caso non e' del lungo iter
burocratico, quanto della crescente complessita' che presentano i
bambini arrivati in Italia in seguito all'adozione
internazionale. Se il numero di "nuovi arrivi" rimane stabile,
diminuiscono le coppie che chiedono informazioni sull'adozione e
quelle che partecipano ai corsi di formazione. Cosi', nella
provincia di Bologna, nel 2010 i bambini arrivati in seguito ad
adozione internazionale sono 49 (dato in linea con gli anni
precedenti), ma le coppie che hanno iniziato l'indagine
psico-sociale necessaria all'adozione sono decisamente in calo:
dalle 203 del 2009 (piu' o meno stabili rispetto al 2008 e al
2007) si e' scesi a 178. Un calo su cui probabilmente influsice
anche la crisi economica e che e' rilevato recentemente anche
dall'Osservatorio per l'infanzia e l'adolescenza della regione
Emilia-Romagna. Secondo Chiara Labanti, responsabile del Centro
per le famiglie, il servizio che a Bologna si occupa delle
adozioni, "la disponibilita' delle coppie cala anche perche'
siamo riusciti a far capire che adottare un bambino dall'estero
e' un impegno piu' grosso di quanto si pensi".
Proprio per aiutare le coppie adottive a Bologna si stanno
sperimentando i gruppi post-adozione, come quello gestito dal
Centro per le famiglie, che fornisce a 8 coppie l'aiuto di due
counselor. "Per i genitori la prima difficolta' e' rapportarsi
con la storia pregressa del bambino, di cui spesso non sanno
niente", spiega Labanti, "ma la complessita' dei bambini adottati
e' aumentata: arrivano da contesti difficili, e in molti casi
mantengono un ricordo dei genitori". Per le coppie adottive
gestire questa doppia identita' non e' semplice, "in un certo
senso significa diventare una famiglia multietnica". La maggior
parte delle adozioni internazionali, inoltre, riguardano bambini
gia' in eta' scolare: nel 2010 su 64 bambini al primo anno di
adozione, 39 hanno fra i 6 e i 10 anni. Per Chiara Labanti
infatti, "il secondo ostacolo e' l'impatto con la scuola: per
questi bambini e' piu' difficile rispondere alle richieste che
arrivano dagli insegnanti, e questo puo' generare rabbia e
problemi di socializzazione".
Per legge, nel primo anno dopo l'adozione le coppie continuano
a essere seguite dai servizi. "Il gruppo post-adozione si rivolge
invece a chi ha gia' concluso questo percorso", spiega Labanti:
"oltre al gruppo con il counseling ne abbiamo attivato un altro
di tipo terapeutico, che segue in parallelo 8 coppie adottive e 8
bambini". Il coordinamento provinciale sull'adozione (che
riunisce rappresentanti dei vari territori) sta dedicando
particolare attenzione in questi anni ai problemi della
post-adozione. Oltre ai gruppi per i genitori, fra le iniziative
ci sono corsi di formazione per gli insegnanti. L'esperienza del
gruppo post-adozione del Centro per le famiglie sara' presentata
venerdi' 9 settembre nel seminario sulle adozioni internazionali
organizzato dalla provincia di Bologna (dalle 9 alle 14 nella
Sala del consiglio, in via Zamboni 13). (ps)
(www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)