SCUOLA, RODANO: SU CATTEDRE RISCHIO GUERRA FRA POVERI
"C'E' BISOGNO MINISTRO ISTRUZIONE, NON DI FUNZIONARIO ECONOMIA".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 set. - "Sull'accesso alle
cattedre, la scuola italiana rischia un'inaccettabile, pericolosa
guerra fra poveri. E questo e' solo uno degli effetti perversi
delle cosiddette riforme del ministro Gelmini, il cui
denominatore comune e' solo la restrizione della spesa e
dell'offerta formativa". E' quanto dichiara Giulia Rodano,
responsabile nazionale Scuola, Universita' e Cultura di Italia
dei Valori.
"In tre anni- prosegue Rodano- il Governo Berlusconi ha
sferrato un attacco concentrico alla scuola pubblica: ha ridotto
drasticamente le risorse; ha aumentato il numero di alunni per
classe, che rischiano addirittura di arrivare in alcuni casi 40
allievi, con l'unica finalita' di ridurre i costi a dispetto
dell'efficacia didattica; ha ridotto le ore di lezione,
svalutando l'offerta formativa della scuola. Ovviamente, un
approccio del genere provoca effetti perversi a catena: dal punto
di vista degli studenti, la prima ricaduta e' stata un calo della
qualita' dell'insegnamento, che puo' rischiare di ridursi a un
mero bombardamento di nozioni in tempi troppo ridotti e classi
sovraccariche; la seconda e' poi un taglio complessivo di ben
130mila posti di lavoro".
"Nel modello Gelmini, gli insegnanti sono costretti a
insegnare meno e i precari sono in crescente difficolta'-
continua la responsabile Scuola Idv- Il risultato e' che, sempre
piu' spesso, docenti abilitati, vincitori di concorso, giovani e
che hanno gia' lavorato da anni nella scuola, vengono
progressivamente allontanati dall'accesso ad una cattedra, mentre
la prospettiva di diventare insegnante per i giovani laureati di
oggi e di domani rischia di trasformarsi in una chimera. Ha senso
contrapporre gli uni agli altri? Non e' un caso, d'altra parte
che l'Italia ha un livello altissimo di disoccupazione giovanile
e esporta lavoratori intellettuali in tutto il mondo, mentre non
riesce ad offrire loro prospettive in patria".
"Siamo di fronte ad una drastica riduzione delle opportunita'
per il futuro, per tutti- dichiara ancora Rodano- e questa del
corpo docente e' e restera' senz'altro la principale perdita
recessiva della scuola italiana all'indomani delle riforme
Gelmini. È bene che cresca la consapevolezza del rischio
gravissimo che la Gelmini, Tremonti e Berlusconi stanno
provocando alla formazione e ai nostri giovani. Non e' un caso
che stanno cominciando le lotte dei precari della scuola, che
chiedono chiarezza e rispetto dei titoli, delle competenze e del
merito. Anche lunedi', davanti al ministero della PI, ci saranno
gli insegnanti precari che si vedono negati dalla Gelmini la loro
formazione, i loro titoli, i concorsi e le abilitazioni che hanno
vinto, per non sottostare alla generale deriva di squalificazione
dell'insegnamento nella scuola pubblica".
"A parer mio sarebbe immediatamente necessario un decreto che
ripristini la qualita' dell'offerta formativa e garantisca nuove
opportunita' ai giovani- aggiunge infine Giulia Rodano- Gli
ingressi di nuovo personale possono anche essere programmati ma
nella scuola, come in tutto il welfare, occorre che gli accessi
ci siano, che si pensi allo sviluppo dell'istruzione,
all'investimento in ricerca e valorizzazione dell'enorme
patrimonio che la cultura rappresenta per l'Italia. Altrimenti
non rimarra' che la guerra tra disoccupati e precari presenti e
futuri. Insomma, i tagli lineari hanno come unico effetto
riduzione dell'offerta formativa, disoccupazione intellettuale,
crescente disagio e spese per studenti e famiglie. Bel risultato
per provvedimenti che vogliono definirsi riforme. Certo, avremmo
bisogno di un ministro della Pubblica Istruzione, non di un
semplice funzionario agli ordini del ministro dell'economia".
(Com/Rel/ Dire)
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