L'ALLARME LANCIATO DALLA SOCIETÀ EUROPEA DI CARDIOLOGIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 set. - I nove mesi della
gravidanza sono uno sforzo spesso fatale per un cuore malato, ma
troppe morti non sono giustificabili. È l'allarme lanciato dalla
Societa' Europea di Cardiologia nel corso del Congresso annuale a
Parigi, dove sono stati presentati i risultati del registro
appositamente attivato su questo tema.
I tassi di decesso sono 100 volte piu' alti del normale nelle
madri e 10 volte piu' elevati nei feti. Tra le ragioni di questa
crescita, l'eta' della madre sempre piu' avanzata, inoltre il
fatto che le donne, come la popolazione generale, sono sempre
piu' obese, ipertese e diabetiche.
Le patologie cardiovascolari non sono una controindicazione
assoluta alla gravidanza, tranne in pochi casi, come quando vi
siano scompenso cardiaco o ipertensione polmonare severa. È pero'
importante che la donna malata venga seguita secondo protocolli
personalizzati, con una stretta collaborazione fra ginecologo e
cardiologo.
Periodi particolarmente delicati sono quelli tra la 28esima e
la 34esima settimana, durante il travaglio e immediatamente dopo
il parto, quando il cuore e' sottoposto al massimo sovraccarico
fisiologico. Ma non e' detto che si debba necessariamente
ricorrere al cesareo, specificano gli esperti, la via naturale
quando possibile e' sempre preferibile.
È molto utile pero' ricorrere a un'analgesia epidurale che
allevi lo stress materno. Attenzione anche al post partum: le
future mamme cardiopatiche non devono essere considerate fuori
pericolo e per diverse settimane vanno tenute sotto controllo da
un cardiologo.
(Wel/ Dire)