(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 set. - E' un fenomeno
sommerso, ma di notevoli proporzioni quello della prostituzione
al chiuso, che comporta uno sfruttamento piu' pesante, visto il
controllo esercitato dagli sfruttatori sulle vittime e la
limitata capacita' delle operatori delle organizzazioni che
operano su strada di raggiungerle. La presenza di minori, in
particolare, e' sempre piu' spesso attestata ed in significativa
crescita come emerge ad un'analisi attenta delle riviste di
annunci espliciti di vendita di sesso a pagamento da cui si
evince la giovanissima eta' di molte prostitute. Si stima che la
prostituzione indoor sia 3 volte la prostituzione su strada e che
i minori in essa coinvolti siano almeno il 10%. Le ragazze
vittime tendono a negare la loro minore eta' temendo-
condizionate dagli sfruttatori- di poter essere arrestate. E'
quanto rivela il dossier "I piccoli schiavi invisibili" di Save
the children, presentato alla vigilia della Giornata in ricordo
della schiavitu' e della sua abolizione (23 agosto).
Tratta e sfruttamento nell'accattonaggio. Sono principalmente
di etnia Rom e provengono dai paesi della ex Jugoslavia e dalla
Romania, i minori coinvolti nell'accattonaggio. Ma si registra
una presenza anche di minori provenienti dal Marocco, dal
Bangladesh e dall'Africa subsahariana. Nelle regioni dell'Italia
meridionale mendicano anche ragazzi italiani. Per quanto riguarda
il genere, le femmine sono piu' numerose dei maschi perche' la
tradizionale divisione dei ruoli nei gruppi rom, ancora seguita
da molti, vuole che i ragazzi, dopo i 14 anni, si dedichino alla
raccolta del rame. Alcune delle adolescenti Rom sono madri e
mendicano con i neonati in braccio. Minori egiziani e
afgani: due gruppi a rischio. Sono 5.850 i minori supportati da
Save the Children.Si tratta diminori che -giungendo in Italia da
soli, "non accompagnati" - sono esposti al rischio di subire
sfruttamento. Sono 6.340(6) i minori stranieri non accompagnati
presenti in Italia: Afganistan, Tunisia, Egitto e Marocco i
principali paesi di provenienza. I ragazzi egiziani giungono in
Italia con un forte determinazione a lavorare per contribuire al
proprio sostentamento e a quello delle famiglie che, d'altra
parte, pagano ai trafficanti ("smugglers") cifre notevoli - anche
fino a 8.000 euro - per garantire loro il viaggio verso il nostro
paese. Alla ricerca dunque spasmodica di un lavoro i minori
egiziani - come rilevato da Save the Children attraverso le sue
attivita' di protezione di almeno 5.850 minori migranti non
accompagnati fra il 2010 e il 2011 - possono finire in circuiti
di sfruttamento lavorativo, per esempio nel settore
ortofrutticolo con "guadagni" giornalieri di pochi euro, o cadere
vittime di organizzazioni criminali per essere sfruttati nello
spaccio di sostanze stupefacenti. L'Italia si conferma un paese
di transito per i minori afgani, spinti a partire dall'Afganistan
o dal Pakistan o dall'Iran, dove spesso le loro famiglie decidono
di rifugiarsi per sottrarsi alla guerra. Pur di raggiungere la
meta - cioe' il piu' delle volte i paesi del Nord Europa - sono
disposti a tutto: vivere su strada, fare lavori pericolosi e non
retribuiti fino anche a prostituirsi o compiere attivita'
illegali.
"In relazione alla sempre maggiore complessita' e spesso
invisibilita' della tratta
e sfruttamento dei minori, e' necessario che tutti gli attori
coinvolti nel contrasto al fenomeno e nel sostegno ai minori
operino in coordinamento e sinergia- commenta Raffaela Milano,
responsabile Programmi Italia-Europa Save the Children Italia-
Per questo e' cruciale adottare una strategia e un piano
nazionale di lotta alla tratta, che ancora non vede la luce ormai
da troppo tempo. E' poi necessario elaborare delle linee-guida
per la presa in carico e l'assistenza alle vittime di tratta, con
particolare attenzione ai minori e affinare gli strumenti per
l'identificazione delle vittime. Save the Children a riguardo ha
redatto un manuale che ha portato a conoscenza di tutti gli
operatori del settore. Occorre anche potenziare il sistema
nazionale anti-tratta, attraverso una dotazione finanziaria che
assicuri il rafforzamento dei servizi, tra cui le case di fuga,
le unita' mobili e il coinvolgimento di operatori altamente
qualificati e di mediatori culturali, al fine di proteggere le
vittime in modo adeguato, conquistando la loro fiducia e
garantendo il loro ascolto. L'ottica e' quella di un approccio
integrato che assicuri la protezione dei minori e degli adulti
che sono vittime di tratta e grave sfruttamento oltre che il
contrasto alla criminalita'. Per quanto riguarda in generale
l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, e'
necessario definire tramite una apposita previsione di legge
l'istituzione di un sistema nazionale per la loro protezione che
assicuri un'accoglienza adeguata, diffusa sul territorio
nazionale, con risorse certe dedicate ed una chiara definizione
dei livelli di responsabilita' tra Stato centrale, Regioni e
Comuni. Bisogna infine lavorare anche con i paesi e le comunita'
di provenienza delle vittime o potenziali vittime, attraverso
campagne di informazione e sensibilizzazione. Save the Children
ha per esempio avviato un progetto in Egitto e in Italia che
prevede una serie di azioni tese a informare le famiglie e le
comunita' di provenienza di questi minori migranti sui rischi
della migrazione e sulle sue prospettive".
(Wel/ Dire)