GLI STRANIERI RESIDENTI IN LOMBARDIA SONO 1.157.000
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 ott. - Gli immigrati fanno
sempre piu' figli e Caritas Ambrosiana chiede di cambiare la
legge sulla concessione della cittadinanza a questi bambini. Gli
stranieri residenti in Lombardia sono 1.157.000 e nel 2010 un
neonato su tre era un loro figlio, tanto che ogni donna ha
partorito in media il doppio (2,48) di bambini rispetto alle
italiane (1,25). Una fiducia verso il futuro nonostante la crisi,
che ha diminuito la disponibilita' di denaro nelle loro tasche.
Per la prima volta nella storia dell'immigrazione si e' ridotto
il flusso di soldi che inviano nel Paese d'origine: nel 2010 e'
stato pari a 1,2 miliardi di euro (un quinto delle rimesse a
livello nazionale), con un calo del 7,2%. E anche l'occupazione
ne ha risentito: i lavoratori stranieri iscritti all'Inail sono
infatti 574.167, l'1,9% in meno rispetto al 2009. E' quanto
emerge dal capitolo dedicato alla Lombardia del XXI Dossier
immigrazione Caritas Migrantes, presentato oggi a Milano
nell'auditorium San Fedele.
"La crisi ha impoverito anche gli stranieri, ma non li ha spinti
a tornare in patria o a dissuadere i propri connazionali dal
raggiungerli", afferma don Roberto Davanzo, direttore di Caritas
Ambrosiana. Gia' nel 2009 il numero di migranti in Lombardia
aveva raggiunto la quota di un milione, nel 2010 sono saliti
dell'8,4%. In Italia uno straniero su cinque vive in Lombardia. E
sono sicuramente molti di piu', visto che i dati del Dossier
Caritas non includono quelli senza permesso di soggiorno.
E' a Milano che vivono piu' immigrati: se in Lombardia sono 1
ogni 10 italiani, nel capoluogo lombardo il rapporto e' di 1 a 6.
I nuovi milanesi sono infatti ormai 217.284 (a fine 2010), 17.912
in piu' rispetto al 2009. La maggior parte (86,9%) ha meno di 50
anni e i minori sono 43.292 tanto che un bambino su cinque a
Milano e' figlio di immigrati. In Lombardia, inoltre, uno
studente su quattro e' di origine straniera (172.842). "Ci sono
ragazzi che nonostante siano nati in Italia, abbiano frequentato
le nostre scuole e parlino meglio l'italiano che la lingua di
origine della loro famiglia -sottolinea don Roberto Davanzo-,
possono essere un giorno rimpatriati in un Paese che non
conoscono solo perche' uno dei genitori ha perso il lavoro e con
questo il diritto a rimanere in Italia". Caritas Ambrosiana
propone pertanto di cambiare la legge sulla cittadinanza. "Casi
come questi sono piu' frequenti di quanto si pensi -denuncia il
sacerdote- e dimostrano che la legge sulla cittadinanza basata
solo sul jus sanguinis non e' piu' adeguata al nuovo contesto".
Perche' i figli degli immigrati possano diventare buoni italiani
e' necessario "farli sentire a casa loro", sottolinea don Roberto
Davanzo. "E' allora paradossale che al progressivo aumento degli
alunni stranieri nella scuola, le istituzioni abbiano risposto
riducendo i mediatori culturali", conclude.
I primi cinque Paesi di provenienza degli stranieri residenti
in Lombardia sono: Romania (137.718 pari al 12,9% del totale),
Marocco (109.245, pari al 10,3%), Albania (99.793 pari al 9,4%),
Egitto (64.488 pari al 6,1%) e Filippine (48.368, pari al 4,5%).
(Wel/ Dire)